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Air Italy non torna indietro: la Regione va all’attacco

Umberto Aime
Air Italy non torna indietro: la Regione va all’attacco

Confermati i 51 trasferimenti a Malpensa. Da Pigliaru e Careddu sos al ministro

08 luglio 2018
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CAGLIARI. Sui cinquantuno trasferimenti da Olbia all’aeroporto di Malpensa, Air Italy non vuole discutere. Ed ecco subito quali sono state le parole testuali di Marco Rigotti, vicepresidente esecutivo della Compagnia, prima del vertice con la Regione. «La nostra è stata una scelta ponderata e oggi confermeremo che soprattutto è necessaria per il bene di tutti. Non possiamo tornare indietro. Capisco bene che quando i processi di riorganizzazione coinvolgono le persone, sia tutto più complicato e doloroso. Però non accetto che alcuni vogliano far passare la nostra decisione come un capriccio. Non lo è assolutamente. Lo ripeto: è indispensabile invece che da ottobre i 51 lavorino negli uffici di Milano-Malpensa». È stato un monologo, quello di Rigotti, nella sala d’attesa di Villa Devoto. Dove non ha fatto altro che confermare il no secco anticipato 24 ore prima dall’amministratore delegato della Compagnia, Neil Mills, in un’intervista a La Nuova, e cioè: «Sui trasferimenti, non torniamo indietro». Con queste premesse, era davvero impossibile che qualcosa di buono potesse uscire dalla riunione d’urgenza pretesa dalla Regione, dal governatore Francesco Pigliaru e dall’assessore ai trasporti Carlo Careddu. Così è stato, purtroppo. Dopo un «ruvido e faticoso confronto», anche questo testuale ma stavolta da parte della Giunta, di fatto non è cambiato nulla. Non c’è neanche una novità positiva per i 51 che, l’altro giorno, hanno ricevuto la lettera di trasferimento. Stando così le cose, ad ottobre dovranno fare le valigie.

Il faccia a faccia. Cominciato a mezzogiorno e durato due ore abbandonanti, il vertice s’è concluso con uno scontato muro contro muro. La Regione ha fatto il possibile e l’impossibile per ottenere almeno uno spiraglio a da Marco Rigotti. Ma soprattutto dall’impassibile amministratore delegato Mills, era presente anche lui. E da tutti considerato il sicuro ispiratore, o meglio l’autore, del Piano industriale di una Compagnia ora controllata quasi a metà dall’ex Meridiana e dalla Qatar Airway.

L’esito. «Ci hanno rassicurato – dirà Pigliaru al termine del vertice – che questi saranno gli unici trasferimenti e quindi gli altri 267 dipendenti rimarranno dove sono. Poi ci hanno detto che, nel rispetto dell’accordo firmato nel 2016, Olbia continuerà ad avere un ruolo fondamentale nella loro crescita. Cosa gli abbiamo risposto? Che le loro rassicurazioni non ci rassicurano». Il prossimo passo della Regione sarà questo: «Porteremo subito il problema all’attenzione dei ministri per lo sviluppo economico e ai trasporti. Il verbale del 2016 prevede l’immediata apertura di un tavolo per qualunque problema potrebbe esserci fra i sindacati, noi e l’azienda. Bene, il problema oggi è evidente e per questo chiederemo ai ministri Di Maio e Toninelli che il tavolo di crisi sia convocato in fretta». A Roma, la pressione su Air Italy sarà certo ancora più forte, e bisognerà vedere quali saranno le mosse di un Governo che sul caso s’è già espresso pubblicamente. «Siamo di fronte a una decisione unilaterale e inaccettabile da parte dell’azienda», sono state le parole, risalgono a pochi giorni fa, del ministro Toninelli. Che dovrà tenere conto anche dell’amarezza dichiarata a caldo dall’assessore Careddu all’uscita dal vertice: «Siamo molto preoccupati perché i vertici dell’azienda hanno confermato una chiusura totale. Non vogliono trattare. Certo, noi siamo pronti a sostenere fino all’ultimo i 51 lavoratori che dovranno lasciare Olbia. Ma sin da oggi sappiano che non tutti sono e saranno nelle condizioni di accettare il trasferimento. Quindi, dobbiamo essere pronti e decisi a fronteggiare, insieme al Governo, anche il rischio di numerosi licenziamenti».

La grande paura. È il pericolo di essere licenziati in massa. Rigotti quella possibile e orribile sentenza non se l’è lasciata sfuggire mai, neanche prima della riunione. Però s’è capito bene che l’ha pensata di sicuro più volte. Perché Air Italy oltre a quanto proposto come «rimborso spese e una tantum», l’ha scritto nella lettera di trasferimento, non è disposta ad andare. Mentre sul resto ha fatto sapere: «Confermiamo che dopo i voli quotidiani da Malpensa per New York e Miami, in autunno partiranno quelli a lungo raggio per Bangkok, Delhi e Mubai». Poi che «entro il 2019, avremo in pista altri dieci maxi Boeing», per concludere con un altro annuncio: «Abbiamo già deciso che parteciperemo di sicuro al prossimo bando per la continuità territoriale. Ancora da Olbia, perché non abbiamo certo intenzione di abbandonare quella che è stata e continuerà a essere la nostra storica base operativa e su cui presto investiremo». Ma sul caso dei 51, per lui non c’è proprio nulla da fare. Fino all’ultimo, ha continuato a rispondere sempre e solo come all’inizio: picche.

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