La Nuova Sardegna

Sassari

La Faradda a Santa Maria e poi si parte con i lavori

di Antonio Meloni
La Faradda a Santa Maria e poi si parte con i lavori

Frati e fedeli tirano un sospiro di sollievo dopo il via libera definitivo dei tecnici Sanna: «Lavoriamo a un’ipotesi di recupero complessivo di chiesa e convento»

14 luglio 2018
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SASSARI. Semaforo verde per la Faradda dopo l’esito positivo del sopralluogo tecnico fatto a fine maggio a Santa Maria di Betlem in seguito al vertice convocato dal prefetto Giuseppe Marani. La commissione congiunta composta dagli specialisti di comune, vigili del fuoco, soprintendenza e curia ha accertato che la situazione del complesso architettonico è invariata rispetto all’anno scorso e che, almeno nell’immediato, non sussistono problemi per l’incolumità personale.

Sembrerebbe che la verifica delle biffe, i vetrini rivelatori dell’avanzamento delle lesioni, sistemati a suo tempo per monitorare diversi punti critici, non abbia rivelato ulteriori movimenti. Frati e fedeli tirano un sospiro di sollievo, ma aspettano i primi lavori che dovrebbero partire dopo la discesa dei candelieri. Sul fronte delle iniziative c’è da segnalare subito una delibera della giunta comunale che consentirà di avere, a breve, 150 mila euro dalla Regione (assessorato ai Lavori pubblici) ai quali se ne aggiungeranno ventimila dal Comune: «Per sistemare – spiega l’assessore Ottavio Sanna (Lavori pubblici) – la copertura del convento nell’ala di via Artiglieria dalla quale durante l’ultimo nubifragio era venuta già l’acqua che aveva allagato buona parte degli ambienti a piano terra e al primo piano».

Ma non è ancora tutto. Rispetto alle risorse finanziate l’anno scorso dal ministero per i Beni culturali, 680 mila euro in sede di conferenza Stato-Regioni, se ne aggiungeranno presto altri seicentomila. Una prima tranche, da trecentomila, l’anno prossimo, l’altra metà nel 2020: «Fondi – prosegue l’assessore Sanna – che saranno usati per il recupero del convento».

Di questo e altro ancora si è discusso i giorni scorsi a Sassari, durante un vertice convocato da Ottavio Sanna nella sede dell’assessorato, a cui hanno partecipato Mario Cherchi, direttore generale dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici, monsignor Giancarlo Zichi, responsabile dell’ufficio beni culturali della diocesi, gli ingegneri Ica Sanna e Cristina Alicicco, per la struttura tecnica di Palazzo ducale, padre Salvatore Sanna, guardiano del convento di Santa Maria, affiancato da un rappresentante della fondazione “Aiutiamoli a vivere” che collabora con la Provincia francescana.

Un incontro tecnico in cui sono state gettate le basi di un protocollo d’intesa che vedrà il Comune come stazione appaltante per la gestione dell’intervento di recupero dell’intero complesso architettonico. «In quella sede abbiamo anche chiesto agli architetti che fanno capo alla Fondazione – conclude Ottavio Sanna – di presentare un’ipotesi di progetto per il recupero sia della chiesa sia del convento in modo da cominciare a ragionare su dati concreti». Resta in piedi anche un’altra possibilità, quella di avere un congruo finanziamento (si era parlato di due milioni di euro) dalla Rete metropolitana, come era stato annunciato, a fine maggio, durante il sopralluogo congiunto deciso per verificare la sicurezza del complesso. Insomma, trascorsa la Faradda, per Santa Maria potrebbe davvero aprirsi una stagione nuova verso la definitiva soluzione di una questione spinosa impossibile da gestire con la tempistica delle situazioni ordinarie. Sarà, infatti, una lotta contro il tempo e contro le lungaggini burocratiche tanto più che la città, i fedeli, i frati e la comunità gremiale attendono con trepidazione la soluzione di un problema che non può più essere affrontato con soluzioni-tampone.

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