La Nuova Sardegna

Sassari

Emergenza nel Nord Sardegna, un solo polo per le camere iperbariche

di Gianni Bazzoni
Emergenza nel Nord Sardegna, un solo polo per le camere iperbariche

Il Centro di Platamona da quattro anni funziona solo come ambulatorio. Da sabato ha chiuso La Maddalena, in caso di soccorso trasferimenti a Cagliari

15 luglio 2018
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SASSARI. Sulla gestione delle emergenze nel settore della sanità, il nord Sardegna continua a essere sempre un passo indietro. Il servizio di elisoccorso regionale è partito ma la base operativa di Alghero è l’unica da dove - al momento - non decollano gli elicotteri. Se ne parlerà dal 15 agosto - così ha assicurato la Regione proprio di recente, e saremo lì ovviamente a dare conto della partenza a Ferragosto - a causa di problemi di natura tecnica e logistica relativi all’elibase. Ora anche la camera iperbarica sembra essere diventata un lusso per il capo di sopra dell’Isola, almeno per quanto riguarda le emergenze.

Quella di Platamona è uscita dal “circuito h24” da circa quattro anni, da quando era stata fatta una scelta - legata alla programmazione regionale - di prevedere due sole camere iperbariche legandole al collegamento diretto con realtà ospedaliere dove fosse presente la rianimazione. La sua funzione - considerata la vastità dei protocolli previsti con l’ossigenoterapia - è rimasta con competenze ambulatoriali. Come camera iperbarica operativa per le emergenze nel nord Sardegna è stata invece indicata quella di La Maddalena, ma il gioiello dell’ospedale “Paolo Merlo” - sul quale sono stati investiti negli ultimi anni più di 700mila euro - resta chiusa per le emergenze. Doveva essere una cosa temporanea (così almeno aveva assicurato l’Ats annunciando anche la soluzione dei problemi causati dalla carenze delle figure professionali previste in organico) ma le assunzioni di nuovo personale non sono scattate e anche La Maddalena è andata avanti negli ultimi due anni come “ambulatorio” per l’ossigenoterapia.

La novità però sta nel fatto che a partire da sabato sono stati sospesi anche i trattamenti ambulatoriali. Insomma, porte chiuse. I pazienti in cura al centro iperbarico maddalenino dovranno cercare altre soluzioni, diventare pendolari. A Platamona, nel Centro salute dove opera la camera iperbarica è stata data la disponibilità ad accogliere i pazienti ed evitare così ulteriori disagi. Ma la lista d’attesa che è già abbastanza lunga - nonostante l’abnegazione e la piena disponibilità di medici e operatori - è destinata a crescere ulteriormente, con disagi che inevitabili.

Nessuno ha voglia di fare polemica su quello che sta accadendo nel settore delle emergenze sanitarie in Sardegna, ma quando si tratta di vite umane da tutelare viene da chiedersi perché si verificano determinate situazioni. Cioè, tutti sanno che nel piano delle emergenze sono fondamentali due poli (uno a nord e l’altro a sud con dotazione di camera iperbarica) e se uno chiude esiste un problema grave che non può essere sottovalutato. Ammettiamo che si verifichi un fatto grave in mare nella zona nord, con un sub da trasferire urgentemente in camera iperbarica. L’elisoccorso - se va bene - deve decollare da Olbia (ad Alghero non c’è) e raggiungere il punto di intervento, quindi trasferire il paziente a Cagliari. Il tutto deve avvenire in tempi rapidissimi, con una corsa contro il tempo sul filo dei minuti, perché in caso di embolia prima si arriva in camera iperbarica e minori sono i danni al fisico del paziente. Tutto regolare con la situazione attuale?

A La Maddalena tra l’altro temono che la chiusura della camera iperbarica possa andare ben oltre la data del 3 settembre ipotizzata e diventare addirittura definitiva. E se questa fosse l’idea, perché non riprogrammare il piano delle emergenze con il potenziamento della camera iperbarica di Platamona? O per le emergenze si dovrà prendere solo la via del sud?

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