La Nuova Sardegna

Sassari

Un angolo di storia che cade a pezzi

di Gavino Masia
Un angolo di storia che cade a pezzi

Incuria e abbandono, anche la Basilica paga un conto pesante

18 luglio 2018
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PORTO TORRES. Il rione dei “bainzini” brilla di storia e devozione con la presenza del compendio monumentale di San Gavino - meta giornaliera di fedeli e visitatori - ma da anni manca il decoro nell’arredo urbano e una efficiente illuminazione pubblica. Il viaggio in uno dei quartieri più antichi della città evidenzia le numerose criticità presenti. San Gavino dovrebbe essere una sorta di gioiello, un pezzo pregiato, invece dal racconto dei residenti emerge che «finora è mancata l’attenzione e la volontà politica per cercare di eliminarle anche con interventi di ordinaria amministrazione».

Marco Marongiu gestisce dal 2013 un’attività commerciale all’ombra della maestosa basilica di San Gavino. «Ho la fortuna di lavorare vicino ad uno dei luoghi storici simbolo di Porto Torres e vorrei segnalare come piazza Martiri Turritani sia senza illuminazione pubblica da parecchi mesi: ciò ci crea apprensione, visto che dal vicino parco di San Gavino transitano il più delle volte personaggi dubbi, che poi trovano riparo in Atrio Comita. E certamente non per raccogliersi in preghiera». Per il tabaccaio è poi necessario riportare la Festha Manna intorno alla basilica, come da tradizione, per poter dare respiro a tutte le attività economiche che vivono nelle vicinanze della chiesa: «Un ritorno alle origini, insomma, per far rivivere in quei tre giorni il rione con le tradizioni di allora». Per il pensionato Nando Muroni, invece, stanno cadendo a pezzi i monumenti. «É vergognoso che il monumento più importante, ossia la Basilica, sia letteralmente trascurato dalle istituzioni: lu pathiu e piazza Martiri Turritani vanno curati costantemente, non con il cosiddetto “passaggio a tempo”, il muraglione sta perdendo pezzi e frammenti che cadono sulla strada e io, abitando di fronte, provvedo a raccogliere». Uno dei capitelli presenti nel muraglione è inoltre sparito e, continuando di questo passo, c’è il pericolo che altri frammenti del muro facciano purtroppo la stessa fine.

«Negli Atri Comita e Metropoli non trovi un cestino porta rifiuti – aggiunge Muroni –, nonostante la costante presenza di turisti, e le palme si stanno indebolendo alla base e rischiano di abbattersi: chi amministra deve avere rispetto e cura per un gioiello architettonico che racconta le nostre origini ed è da invidiato da molti». Il pensionato lamenta anche i vicini giardini del parco San Gavino, il grande polmone verde del rione, recintato in parte “da una rete metallica che sa tanto di pollaio”. Sul cancello sprangato del parco, che si affaccia sulla stradina “mulattiera” di via Mentana, potrebbero bastare due cerniere per una chiusura più efficace e per rendere l’arredo urbano decisamente più decoroso alla vista dei passanti. «L’illuminazione pubblica in tutta l’area di San Gavino è molto bassa – dice il proprietario del ristorante San Gavino, Daniele Melis – e ci sono angoli bui dove qualcuno si sposta la sera per fare cose poco legali: il decoro nella scalinata che porta alla Basilica lascia alquanto a desiderare e il vicino muraglione rischia di crollare quando meno te lo aspetti». Eppure, ricorda il ristoratore, sono tanti i turisti che si muovono dal centro cittadino per raggiungere il compendio monumentale: «É dunque necessario costruire un percorso con segnaletica più adeguata e, soprattutto, rendere più decorosa tutta l’area che comprende i monumenti». In piazza Santissimi Martiri Turritani è sparita la targa vicino alla scultura che rappresenta la natività, quasi abbandonata tra le erbacce rigogliose. «Vorrei ricordare agli amministratori – conclude Muroni – le condizioni di assoluto degrado in cui versa vicolo Gialeto: rappresenta la porta d'ingresso della sala capitolare e quando c'è la necessità di portare all'interno strumenti musicali per i concerti si accede proprio da quella stradina. Proprio a fianco al vicolo, tra l’altro, c’è una casa ricovero dove vivono anziani, che vanno rispettati».

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