La Nuova Sardegna

Sassari

Cellulari inutilizzabili, Mara e Padria in rivolta

di Mario Bonu
Cellulari inutilizzabili, Mara e Padria in rivolta

Il disservizio è stato segnalato diversi mesi fa ma il problema non è stato risolto. I sindaci dei due centri denunciano il «totale disinteresse della Vodafone»

19 luglio 2018
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MARA. È più diffuso di quanto si pensi il problema della difficile ricezione del segnale della telefonia mobile. A volte sono zone interne, vallate, luoghi isolati. Ma spesso sono anche interi paesi, comunità che non hanno l’accesso a quello che ormai è diventato un servizio indispensabile nella vita quotidiana. È il caso di Mara e Padria, 598 abitanti il primo, 620 il secondo, che da tempo sono alle prese con i problemi causati da un operatore telefonico nei loro territori.

«Vogliamo sottolineare – scrivono i sindaci di Mara Salvatore Ligios e di Padria Alessandro Mura – il disservizio che, da qualche mese, la multinazionale Vodafone causa ai nostri comuni, relativamente alla scarsissima e, a tratti inesistente, ricezione del segnale». I due amministratori comunali hanno provato in più occasioni a intervenire, per sbloccare una situazione che riguarda più di 1200 abitanti, ma senza ottenere grandi risultati. «Dopo ripetute segnalazioni e sollecitazioni formali e telefoniche – aggiungono i due sindaci – a fronte di rassicurazioni e impegni a risolvere i problemi, riscontriamo un totale disinteresse da parte dell’azienda Vodafone, nel senso che la situazione non è migliorata ma peggiorata».

È uno schema che si ripete in più parti della Sardegna - recentemente, oltre a quelli cronici della frazione di San Lorenzo di Osilo, segnalazioni sono arrivate anche da Banari e da Bessude - ed è lo schema secondo cui, quando il “ritorno” in termini di traffico telefonico è modesto, gli operatori tendono a risparmiare quegli investimenti in antenne, ripetitori, centraline, nuove tecnologie, che sarebbero necessarie per migliorare il servizio. O anche, spiegano gli esperti, il disservizio può essere riconducibile al passaggio alla tecnologia 4G, che è certamente più evoluta (ma siamo già al 5G), ma che, dovendosi appoggiare su antenne esistenti e dovendo fare i conti con la normativa italiana sulla limitazione delle emissioni, porta a un indebolimento del segnale. E purtroppo, il diritto alla copertura c'è solo sulla rete fissa, per cui con il privato c’è solo il potere contrattuale.

Resta il fatto, concludono Salvatore Ligios e Alessandro Mura, che «sono oramai tantissimi i concittadini che protestano e, come sempre, si rivolgono ai rispettive sindaci perché intervengano». E i due amministratori, stavolta intendono mettere in campo tutto il peso del loro ruolo, e ricorrere a tutti i mezzi consentiti perché il problema venga risolto.

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