La Nuova Sardegna

Sassari

l’allarme 

A Ittiri la crisi ha cancellato un’impresa edile su tre

ITTIRI. La crisi economica si è abbattuta sull’edilizia come un terremoto, innescando un malefico effetto domino che ha travolto non solo le classiche piccole e medie imprese del mattone, ma anche...

21 luglio 2018
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ITTIRI. La crisi economica si è abbattuta sull’edilizia come un terremoto, innescando un malefico effetto domino che ha travolto non solo le classiche piccole e medie imprese del mattone, ma anche tutta quell’economia che fioriva intorno.

A Ittiri, centro che sull’edilizia aveva basato quasi l’intera economia cittadina, gli effetti della crisi sono stati devastanti: in nove anni ha cancellato il trenta per cento delle imprese del “sistema casa”, in nove anni 78 aziende su 277 hanno definitivamente chiuso i battenti. Di quelle che continuano a resistere a costo di enormi sacrifici, il 71 per cento sono imprese artigiane, settore che ha visto cancellato il 40 per cento del proprio tessuto imprenditoriale. La crisi dell’edilizia ha portato, come conseguenza, alla chiusura dl 28 per cento delle imprese che operavano nell’indotto quali impiantistica, produzione di calcestruzzi, taglio delle pietre, carpenteria metallica, attività immobiliari. Una situazione che ha indotto politica e rappresentanti di categoria a fare il punto sulla crisi e a cercare soluzioni. E così il sindaco Antonio Sau ha incontrato la presidente di Confartigianato Imprese Sassari Maria Amelia Lai, il segretario provinciale di Confartigianato Sassari Antonio Alivesi, il presidente della sezione locale di Confartigianato Sassari Vincenzo Casiddu con il direttivo zonale e l’assessore comunale alle Attività produttive, Gian Mario Cossu. È stata proprio Maria Lai a illustrare il dossier predisposto dall’Osservatorio per la “Pmi” di Confartigianato imprese Sardegna su dati forniti da Unioncamere per gli anni che vanno dal 2009 al 2018. «Eravamo consapevoli della crisi ma questi numeri certificano un disastro – ha commentato la presidente Lai – soprattutto per le imprese artigiane e per il resto delle micro e piccole che, da sempre, hanno rappresentato l’humus del sistema produttivo territoriale».

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