La Nuova Sardegna

Sassari

Monogruppo in rivolta per il rimpasto in giunta

di Giovanni Bua
Monogruppo in rivolta per il rimpasto in giunta

Non c’è pace per il sindaco nonostante l’accordo per il riassetto con Pd e Upc In cinque pronti a lasciare la maggioranza per il “siluramento” di Amalia Cherchi

21 luglio 2018
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SASSARI. Non c’è pace per il sindaco Nicola Sanna e per la sua “ondeggiante” maggioranza. Dopo il faticosissimo accordo chiuso tra le correnti Dem per il riassetto in giunta, con l’ingresso dell’Upc Manuela Palitta alla Cultura, vacante da un anno, e il cambio agli affari generali tra Amalia Cherchi e una assessora che sarà designata dalla corrente Spissu-Lai del Pd, si apre un nuovo fronte. Ieri mattina, dopo una tempestosa riunione a Palazzo Ducale, cinque dei consiglieri che rappresentano i partiti minori della coalizione hanno annunciato le loro dimissioni da presidenze e vicepresidenze delle commissioni e da tutti gli incarichi di sottogoverno, e hanno sottolineato che, se Nicola Sanna non tornerà indietro, lunedì lasceranno la maggioranza.

A fare innervosire Giancarlo Serra, Marco Manca, Nanna Costa, Rino Tedde e Salvatore Dau (all’appello manca, per ora, il solo Franco Era) proprio il sacrificio richiesto alla assessora degli Affari generali, esponente della lista civica Ora Sì, con la stessa Amalia Cherchi che avrebbe annunciato di non avere nessuna intenzione di dimettersi di sua iniziativa, e che se cambio deve essere il sindaco si dovrà prendere in prima persona la responsabilità delle sue azioni.

Una tensione in parte attesa, con i monogruppo che erano da tempo in fibrillazione, e in parte già in “uscita” dalla maggioranza. Esplosa però per «l’ennesima mancata condivisione delle scelte da parte del primo cittadino. Che prima promette di coinvolgerci e poi fa calare le sue scelte dall’alto, sacrificando una figura che per noi era diventata di garanzia, come Amalia Cherchi». Parole di Giancarlo Serra (PdS), che ieri ha lasciato la vicepresidenza del consiglio. Insieme a lui hanno rassegnato le dimissioni dalle rispettive presidenze di commissione Nanna Costa (Ora Sì) e Rino Tedde, che potrebbe anche decidere di lasciare l’Upc in polemica con l’accordo chiuso tra il suo partito, il sindaco e le segreterie Dem.

Difficile capire come si possa uscire dall’ennesimo vicolo cieco. Se i cinque consiglieri lasciassero davvero la maggioranza Sanna potrebbe contare infatti solo su 19 consiglieri contro i 14 di opposizione. Davvero poco considerando i rapporti non idilliaci con buona parte del gruppo Pd e con la delicatissima scadenza del riequilibrio di bilancio da far passare tassativamente entro il 31 luglio. Rimettere mano però all’accordo con Pd e Upc appare davvero impensabile e rischierebbe di avere ripercussioni ancora più pesanti sugli equilibri di maggioranza.

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