La Nuova Sardegna

Sassari

Campetto di quartiere: le chiavi al Comune

Campetto di quartiere: le chiavi al Comune

L’assessore Sanna chiede alla dirigente della scuola di via De Carolis di riconsegnare il playground

27 luglio 2018
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SASSARI. Sono ormai due anni che il campetto da basket di via Luna Sole giace inutilizzato, come simbolo dello spreco di spazi e risorse pubbliche. I ragazzini hanno lasciato le bottiglie di plastica per terra? La dirigente scolastica del complesso di via De Carolis ha fatto smontare canestri e porte da calcetto, e ha reso quell’oasi di aggregazione un deserto. Tre giorni fa il piccolo miracolo: l’amministrazione comunale si è ricordata che quel playground appartiene a Palazzo Ducale, visto che per realizzarlo ci aveva messo di tasca propria più di 70mila euro. Dunque, da padrone di casa, può anche permettersi di invitare qualcuno a giocare. Dopo due anni la lampadina si è illuminata all’assessore ai Lavori pubblici e Patrimonio Ottavio Sanna. Ha preso carta e penna e ha scritto alla dirigente dell’Istituto comprensivo “Brigata Sassari” Claudia Capita. E le ha chiesto gentilmente di restituire le chiavi dei due cancelletti di accesso del campetto, e di risistemare i canestri e le porte da calcetto smontati e mai ripiazzati. D’altronde, dopo i lavori di messa in sicurezza ultimati il 20 maggio del 2017, non ci sono più alibi nemmeno sul versante della sicurezza. Grazie ai finanziamenti del progetto Iscol@ il Comune aveva rifatto le recinzioni, la pavimentazione e soprattutto due accessi separati e indipendenti al playground: uno riservato alla scuola, e uno aperto al pubblico. Da notare che la vocazione di quel campetto, ragione per cui è stato concepito e realizzato, era spazio di quartiere. Cioè un luogo di aggregazione aperto e libero per gli appassionati di basket. Un po’ come avviene nelle città americane, dove i giocatori coltivano buona parte del loro talento nelle partitelle di strada. E a questo proposito preoccupa l’intenzione dell’amministrazione comunale di voler affidare la gestione del campetto a una società sportiva. Avere un referente che si occupa dell’apertura, della chiusura e della pulizia, ha pur sempre un prezzo: non sarebbe più un campetto di quartiere, o lo sarebbe solo nelle ore più calde e che non servono a chi fa ci svolge la propria attività sportiva a pagamento. L’autogestione, con cassonetti per la plastica e lattine, resta una via praticabile. (lu.so.)

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