La Nuova Sardegna

Sassari

Annullate le cartelle del Consorzio

di Paoletta Farina
Annullate le cartelle del Consorzio

Bonifica della Nurra, la commissione tributaria provinciale dà ragione a una trentina di agricoltori sulla quota fissa 

31 luglio 2018
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SASSARI. Annullate perché illegittime una trentina di cartelle di pagamento emesse da Equitalia per contributi di manutenzione e istituzionale pretesi dal Consorzio di Bonifica della Nurra per il 2012. Lo ha deciso la terza sezione della Commissione tributaria, presieduta dal magistrato Andrea Garau, e dai giudici Ezio Castaldi (relatore) e Rinaldo Fois. E in attesa di giudizio ci sono altri cinquanta ricorsi presentati da un gruppo di agricoltori in rivolta contro il Consorzio che richiede versamenti iniqui con quote fisse disposte solo sulla base della superficie di proprietà e soprattutto dando un servizio discutibile.

Perché mai per un terreno roccioso si dovrebbe versare la stessa somma di un florido campo coltivato? E perché le spese del personale vengono scaricate sugli iscritti con lo stesso criterio? Queste le domanda che hanno spinto i proprietari a cercare il conforto della magistratura, assistiti dagli avvocati Pierluigi Carta e Francesco Demartis. Le cartelle hanno importi da un minimo di 300 euro a un massimo di diecimila.

La sentenza, depositata in segreteria il 26 luglio scorso, ha accolto le ragioni dei consorziati nella parte in cui contestavano la richiesta di pagamento perché nelle cartelle impugnate «non sono specificate nella base imponibile nè l’aliquota applicata, nè i criteri di calcolo dell’imposta, nè – soprattutto – vi sono specificati i benefici che sarebbero derivati agli immobili dei ricorrenti dalla mera inclusione nel perimetro consortile della Nurra». In particolare – proseguono i giudici – «non vi è prova sufficiente e precisa che dalle opere di bonifica garantite dal Consorzio siano derivati – e in quale misura – benefici alle proprietà dei singoli consorziati e non vi è prova nemmeno del fatto che essi siano effettivamente forniti di acqua e in quali condizioni».

La Commissione tributaria provinciale smonta anche la tesi del Consorzio secondo la quale a fronte dei servizi di bonifica risulta irrilevante che i fondi siano coltivati perché, è affermato nella sentenza, «la natura e soprattutto la quantità dei servizi non può farsi discendere, ancora una volta, dalla mera ricomprensione dei fondi nel perimetro della Nurra». Ai giudici tributari non è sembrata sufficiente la relazione tecnica presentata dagli uffici di via Rolando con la quale si dà conto dei “benefici” per gli iscritti. Una relazione che non può sostituire il piano di classifica degli immobili che, previsto dalle legge regionale del 2008, a distanza di dieci anni non è ancor a pronto. Un piano che appunto, chiarirebbe natura dei terreni, uso agricolo, e quantità di fornitura di acqua.

«I risvolti della sentenza non si limitano alle cartelle impugnate ed annullate: venisse confermato questo orientamento sono a rischio, perché illegittime, le cartelle di tutti i consorziati dei prossimi anni o perlomeno fino a quando i consorzi non decideranno di applicare la legge – dice l’avvocato Francesco Demartis –. Solo pochi sono in regola, approfittando del fatto che pochi ricorrono ».

A ottobre è fissata l’udienza per un altro gruppo di ricorrenti. Intanto il Consorzio valuterà quali azioni intraprendere a sua tutela.



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