La Nuova Sardegna

Sassari

Vincenziane, fermi in Regione i soldi per salvare le “Case”

di Giovanni Bua
Vincenziane, fermi in Regione i soldi per salvare le “Case”

Uno stanziamento di 400mila euro per le povertà estreme non è stato ancora “diviso” nell’Isola Senza fondi le dame di carità cittadine potrebbero lasciare chiusi gli ostelli anche dopo l’estate

03 agosto 2018
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SASSARI. Sono fermi a Cagliari i soldi che potrebbero salvare le Vincenziane sassaresi (e non solo). Dentro un finanziamento da 403mila arrivato dalle risorse nazionali del Fondo povertà per il 2018. Soldi che la Regione ha deliberato di destinare a Sassari, Cagliari e Olbia, senza però procedere alla ripartizione, e quindi di fatto alla distribuzione delle risorse. Solo attingendo da quei fondi il Comune, che da fine giugno sollecita gli uffici regionali, potrebbe infatti erogare aiuti alle dame di carità cittadine, che da dicembre non ricevono un euro di contributi e mercoledì sono state costrette a chiudere il centro di accoglienza notturno in via Maddalena e il centro diurno Casa Elena a Sant’Agostino.

Una scelta forte quanto drammatica, con una coda di inevitabili polemiche da parte delle donne ospiti della struttura (che erano state preventivamente avvertite della chiusura) che hanno cercato di rioccupare l’ostello prima dell’intervento della polizia municipale e dell’assessora ai Servizi sociali Monica Spanedda, che ha curato il trasferimento di parte di loro in un B&B convenzionato e sta lavorando per una soluzione a lungo termine attivando la rete familiare delle ospiti e l’accesso agli aiuti previsti dalle varie normative, di cui alcune di loro non erano nemmeno a conoscenza.

Il problema delle “Case” vincenziane però rimane serio, e non limitato solamente all’estate. I “lavori di manutenzione e disinfestazione” nascondono infatti un problema profondo, non tanto legato all’assenza di volontari che, pur meno numerosi che in passato, sono comunque sufficienti a garantire la “copertura”, e nemmeno alla disponibilità di alimenti o vestiti, che le attivissime volontarie riescono, spesso “quotandosi” personalmente, ad avere sempre a disposizione. A mancare infatti sono le risorse economiche. Necessarie per le spese legate alle Case: dagli stipendi, anche se minimi, del custode o delle addette alle pulizie, spesso persone a loro volta aiutate dalle volontarie, al pagamento delle utenze. Non si tratta di cifre di poco contro, soprattutto se tutti i fondi erogati (comunque poco superiori ai 20mila euro all’anno) all’improvviso spariscono. E, anche una inattesa bolletta di Abbanoa (sembra che di recente ne sia arrivata una “monstre” da oltre 1400 euro, diventa un problema inaffrontabile. La chiusura agostana delle Vincenziane insomma è un chiaro, anche se discreto come di consuetudine, grido di aiuto. Per rispondere al quale il Comune, stritolato dai vincoli di Bilancio, può far ben poco oltre che sollecitare la Regione a procedere al più presto alla ripartizione dei fondi stanziati a giungo. In caso contrario le “case” potrebbero non riaprire. E sarebbe un grave danno per tutti.

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