La Nuova Sardegna

Sassari

Confesercenti: estate flop, nell'isola un calo d’affari del 30%

di Silvia Sanna
Confesercenti: estate flop, nell'isola un calo d’affari del 30%

L’allarme da negozi e servizi: i turisti rinunciano al ristorante e allo shopping

19 agosto 2018
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SASSARI. La verità verrà fuori dai conti di fine estate: solo allora – quando tutti i turisti avranno fatto la valigia – il quadro sarà chiaro. Di sicuro, si può dire già da adesso che quella del 2018 non sarà un’estate da ricordare. Senza infamia e senza lode, positiva per alcuni aspetti – il boom di stranieri innanzitutto – e negativa per altri, come per esempio il calo degli italiani.

Ma mentre navi e aerei continuano a scaricare vacanzieri nell’isola e Federalberghi sorride a denti stretti di fronte al bicchiere mezzo pieno, c’è chi invece lo vede vuoto. E parla di estate “nera” persino a Ferragosto. È Confesercenti a dipingere un quadro a tinte fosche azzardando già una percentuale: -30 per cento di guadagno per il comparto turistico, hotel ma soprattutto commercianti, ristoratori e servizi spiagge.

Molti dei quali, secondo l’associazione, sono in ginocchio di fronte a turisti che spendono poco e stanno attenti a non sforare il budget striminzito prestabilito all’inizio della vacanza. La cui parola chiave sembra essere risparmio.

Meno 30 per cento. La speranza è che il dato finale non sia così negativo ma per ora, sulla base del monitoraggio eseguito tra gli iscritti, le perdite per il comparto si aggirano intorno al 30 per cento. «Vogliamo pensare che sia solo una percentuale dettata da valutazioni sommarie, più umorali che scientifiche; ma se a fine stagione il dato si dovesse confermare, sarebbe un vero e proprio disastro», dice Gian Battista Piana, direttore regionale di Confesercenti. Anche perché neppure la settimana di Ferragosto, nonostante l’assalto all’isola, è riuscita a fare sorridere i conti.

«Chi aspettava almeno la settimana appena trascorsa per il rilancio di una stagione fiacca è rimasto a bocca asciutta – aggiunge Piana – . La delusione e lo sconforto sono tangibili un po’ in tutta l’isola per quanto riguarda prevalentemente gli operatori del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande. Ristoranti, bar, negozi, botteghe artigiane e supermercati -questi ultimi in misura inferiore - registrano un dato negativo. I turisti sono diminuiti rispetto all’anno scorso e spendono il minimo indispensabile anche per mangiare».

Per esempio al ristorante ci si tiene leggeri: una sola portata e via, la bilancia sorride e anche il portafogli ci guadagna. La sensazione che emerge – di fronte alla situazione descritta dagli aderenti a Confesercenti – è quella di turisti a passeggio con la calcolatrice: ogni spesa, ogni extra, viene meditata con attenzione e spesso vi si rinuncia per non superare la somma prestabilita. Che comprende i costi obbligati dell’aereo o della nave e spesso del soggiorno in albergo o in altro genere di struttura ricettiva.

Gli hotel tra luci e ombre. A proposito di alberghi, neppure Assohotel è il ritratto della felicità. «C’erano grandi aspettative, si immaginava che la stagione sarebbe andata come l’anno scorso, invece a parte poche eccezioni il pienone non c’è stato. Neppure a Ferragosto. In diverse strutture le prenotazioni sono state last minut, in altre c’è ancora posto. In particolare il mese di luglio è stato decisamente sottono». Con alcune zone particolarmente colpite – secondo Amaduzzi – dalla morìa di vacanzieri: l’Ogliastra, il Sulcis e anche una fetta del Cagliaritano».

C’è una spiegazione, secondo il presidente di Assohotel: «In questi anni abbiamo vissuto di rendita sulle “disgrazie” altrui, abbiamo approfittato della crisi di diverse destinazioni turistiche legate all’incubo terrorismo intercettando la loro quota di presenze. Ma poi stop, ci siamo adagiati su una offerta monocolore, quella del mare. E non basta più perché a quel punto i turisti scelgono il Nord Africa, la Croazia e la Slovenia. C’è da fare sistema, mi auguro – dice Amaduzzi – che il piano strategico fortemente voluto dall’assessorato dia i suoi frutti e si riesca a vendere un prodotto globale più appetibile. Al momento è limitatissimo: abbiano zone interne splendide, foreste, un patrimonio di nuraghi e paesaggi spettacolari e mancano circuiti ciclabili, sentieristica, trekking, È difficile spostarsi, manca una proposta alternativa alla spiaggia. Per questo i turisti vanno altrove».  

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