La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, il campo nomadi è bomba ecologica: i residenti vivono tra i rifiuti

di Gavino Masia
Porto Torres, il campo nomadi è bomba ecologica: i residenti vivono tra i rifiuti

Nessun intervento dopo le segnalazioni dei carabinieri del Noe e dell’ufficio Igiene. Situazione grave. L’assessora Nuvoli: «Abbiamo presentato richiesta per i bonus abitativi per il reinserimento dei Rom»

24 agosto 2018
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PORTO TORRES. Sono trascorsi mesi dalla consegna di una relazione dettagliata da parte della compagnia dei carabinieri di Porto Torres al sindaco Sean Wheeler sulle gravi criticità igienico-ambientali presenti nel campo rom di Ponte Pizzinnu. Un dossier completo dove si chiedeva al primo cittadino la rimozione dei rifiuti, anche speciali, oppure in alternativa la chiusura e lo sgombero della stessa area dove vivono le cinque famiglie. La situazione all’interno del campo, allo stato attuale, è però peggiorata: minori e adulti che vivono in case malsane e in mezzo ai rifiuti di ogni tipo, in attesa che le istituzioni provvedano alla bonifica di tutta l’area così come previsto dalle comunicazioni dei militari e dell’Asl di Sassari.

«Ci avevano chiesto quasi un anno fa di raccogliere e differenziare a seconda della tipologia i rifiuti in una parte dell’area – ricorda un ragazzo che vive al campo –, ma nessun camion incaricato dal Comune è mai passato da questi parti per ritirare quella montagna di buste piene di rifiuti». All’interno di una capanna ci sono anche solventi e vernici pericolose, sequestrate dai carabinieri in servizio al Noe di Sassari, che due residenti Rom volevano smaltire illegalmente. Una vera e propria bomba ecologica a cielo aperto, dunque, riscontrata anche dall’Ufficio igiene di Sassari durante l’ultimo sopralluogo prima del periodo estivo. Condizioni igieniche e sanitarie che purtroppo si sono aggravate durante la bella stagione, visto il proliferare di insetti e ratti che si insinuano all’interno di quel che rimane delle casette in legno.

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«Abbiamo sollecitato di persona l’assessorato regionale alla Sanità – dice l'assessora alle Politiche sociali Rosella Nuvoli – e presentato le nostre richieste previste dalla legge, ossia utilizzare i bonus abitativi per il reinserimento dei Rom in modo da chiudere definitivamente una struttura in cui sono stati riscontrati gravi problemi ambientali e che non è adatta ad ospitare adulti e minori. Ci era stata assicurata l’erogazione dei fondi in periodi brevi, anche in considerazione della situazione igienico sanitaria riscontrata nella nostra città come in altri centri che devono affrontare lo stesso disagio». Per ora il campo rimane ancora con servizi igienici inesistenti o quasi, rifiuti quotidiani dentro i contenitori che vengono ritirati (dicono le famiglie Rom) dopo dieci giorni e una miriade di criticità ambientali che viene quasi difficile elencarle tutte.

«Nei giorni scorsi non è stato possibile ritirare i rifiuti – dice l’assessora all’Ambiente Cristina Biancu – perché gli operatori della raccolta hanno lamentato l'impossibilità di procedere sia per la mancata differenziazione della spazzatura da parte degli abitanti e sia per l’impossibilità a operare in completa sicurezza con gli automezzi per la presenza nell’area di diversi minori. Per questo motivo si è stabilito di procedere con il ritiro solamente in presenza della polizia locale e l’attività congiunta dovrebbe svolgersi già da oggi».
 

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