La Nuova Sardegna

SASSARI. Se si parla di turismo l’ufficio informazioni di via Sebastiano Satta è sicuramente un fiore all’occhiello. Qualsiasi vacanziere vorrebbe sentirsi rispondere con la stessa professionalità, competenza e preparazione delle due impiegate sassaresi. Basta restare lì dentro per pochi minuti per rendersene conto. I turisti vanno a informarsi, dai 20 ai 100 al giorno. Arrivano nonostante l’ufficio non sia a portata di mano. Anzi, a dire il vero è proprio nascosto, in un punto decisamente infelice della città. «Ah, finalmente vi abbiamo trovato» dicono quando entrano in via Satta, traversa del Corso. Situazione penalizzante, perché quei 100 turisti al giorno potrebbero essere 300 se solo l’ufficio fosse più “visibile”.

«Quest’anno abbiamo riscontrato un flusso importante di francesi e spagnoli, hanno davvero fatto la differenza – spiega l’incaricata – quando arrivano le navi a Porto Torres ce ne accorgiamo subito. Molti meno sono invece gli italiani». La proposta che va per la maggiore è la rete museale, un biglietto cumulativo che ti dà la possibilità di visitare Palazzo di Città, Palazzo Ducale con un percorso che attraversa cisterne, pozzi e pozzi neri lungo una passerella sospesa sulle cantine del palazzo. Tra le mete anche il Barbacane (chiuso in questi giorni per via degli allagamenti), il palazzo della Frumentaria (chiuso ieri). «Qualcuno che ha vecchie guide viene a chiederci gli orari del padiglione Tavolara dell’artigianato...». Struttura della Regione rimessa a posto, inaugurata anni fa in pompa magna e mai aperta.

Fuori dalla città, invece, vale la pena visitare l’altare prenuragico di Monte D’Accoddi e la bellissima chiesa di San Pietro in Silki. Che, tra l’altro, ieri era aperta. (na.co.)