La Nuova Sardegna

Sassari

L’assessora Spanedda: «Addio sindaco»

di Vincenzo Garofalo
L’assessora Spanedda: «Addio sindaco»

«Poca collegialità, eccessivo individualismo»: la responsabile delle Politiche sociali è la quinta a lasciare la giunta

04 settembre 2018
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SASSARI. Si dimette un altro assessore della giunta Sanna, il quinto dall'inizio del mandato, e il sindaco si trova di nuova sotto i colpi del fuoco amico. Questa volta a dire addio a Nicola Sanna è l’assessora alle Politiche sociali, Monica Spanedda: da due anni radio Palazzo Ducale parlava di lei come dell’assessore con la lettera di dimissioni in tasca. Ieri mattina quella lettera è arrivata sulla scrivania del sindaco, e insieme al commiato dalla giunta, Spanedda ha condito la missiva con una condanna politica senza appello contro Nicola Sanna e i suoi metodi. «Mancanza di collegialità e di vera condivisione delle decisioni, atteggiamenti caratterizzati da eccessivo individualismo e scarsa considerazione per le altrui opinioni. La vicenda dell’ultimo rimpasto ne è lo specchio», si legge sulla lettera con cui Monica Spanedda spiega al sindaco le motivazioni che la hanno spinta a gettare la spugna. «In questi quattro anni ho profuso il massimo impegno nello svolgere l’incarico da lei affidatomi al servizio della città. In diverse occasioni le ho manifestato il mio dissenso e un punto di vista critico», continua il documento. «Nel tempo e con responsabilità ho rinnovato le ragioni dello stare insieme per continuare a governare la città. L’ho fatto fino al momento in cui sono stati raggiunti diversi obiettivi importanti e necessari per il benessere dei nostri concittadini. Con la partecipazione alla discesa dei Candelieri ho voluto testimoniare il profondo rispetto che nutro per la città. Ora posso dichiarare concluso il mio percorso amministrativo».

Il futuro di Spanedda sarà ancora nel Pd, di cui è dirigente regionale: «Faccio un passo alla volta. Lasciare la giunta è stata una scelta ponderata e difficile. Per ora torno al mio lavoro e continuerò a fare politica nel partito. Per il futuro si vedrà», precisa.

Le accuse di Spanedda collimano con quelle già rivolte in passato al sindaco dagli altri quattro assessori che hanno abbandonato la giunta, e sono rese ancora più pesanti dal segretario cittadino del Pd, Gianni Carbini, ex vicesindaco proprio di Nicola Sanna, e secondo in ordine di tempo a lasciare vuota una poltrona a Palazzo Ducale: «Monica Spanedda era rimasta in giunta con spirito di sacrificio per completare delle azioni positive per la città, ma alla fine si è resa conto che non è possibile», sostiene Carbini. «Il Pd ha fatto tutto ciò che era in suo potere per creare le condizioni giuste per amministrare e tenere unita la coalizione, ma se cinque assessori si dimettono, e tre rimpasti non sono sufficienti a creare la giusta armonia in giunta, il problema non può essere il Pd o la coalizione. Mi auguro che il sindaco riesca a concludere qualche opera, ma ormai siamo arrivati alla fine. Uno o sei mesi di ulteriore mandato non cambieranno la storia di questa amministrazione», conclude.

Il sindaco, a Viterbo per la festa della Rete delle Grandi Macchine a spalla, incassa come un pugile professionista: «Le dimissioni dell’assessora Spanedda mi sorprendono, e ancor di più son sorpreso dal fatto che non abbia voluto attendere il mio ritorno», commenta. «Rispetto all'accusa di individualismo, mi sento di rispondere che è chiaro che il sindaco si trovi a dover operare una sintesi, per il ruolo che ricopre, ma son convinto che la giunta stia portando avanti, e abbia sempre portato avanti, un lavoro collegiale, pur trovandosi ad operare in un momento difficile, dal punto di vista politico ed economico», continua. «Per ciò che riguarda il rimpasto, si tratta di scelte politiche concordate, e la stessa Spanedda ha votato a favore del documento approvato dalla direzione provinciale del Pd».

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