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Sassari, saluto fascista al funerale di Giampiero Todini: video e polemiche su Fb

Sassari, saluto fascista al funerale di Giampiero Todini: video e polemiche su Fb

Nella chiesa di San Giuseppe ha risuonato il richiamo "camerata Giampiero Todini"

04 settembre 2018
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SASSARI. Il saluto romano al funerale di Giampiero Todini, docente di Storia del Diritto Italiano all'Università di Sassari, sta suscitando polemiche su Facebook. Nel video postato dal figlio Luigi e poi ripreso da alcuni cittadini,  si vedono e si sentono i «camerati» schierati dare l'ultimo saluto al professore, alzando il braccio destro e rispondendo con il grido «Presente» al richiamo «Camerata Giampiero Todini».

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La scena si ripete per tre volte davanti al feretro sul sagrato della Chiesa di San Giuseppe a Sassari dove sono state celebrate le esequie sabato 1 settembre. Il video, diventato virale sul social network con quasi 23mila visualizzazioni, è stato postato anche da una consigliera comunale del centrosinistra di Sassari, Lella Careddu.

Le reazioni non si sono fatte attendere.  «A Sassari non c'è spazio per revival di squadrismo e rigurgiti antidemocratici». Così all'Ansa il sindaco di Sassari, Nicola Sanna (Pd), a proposito di quanto accaduto in occasione dei funerali del professore Giampiero Todini, docente di Storia del diritto italiano all'Università di Sassari. «Voglio esprimere la più netta condanna per quanto accaduto nel sagrato della chiesa di San Giuseppe, un'esibizione non solo disdicevole e perfino buffonesca, ma anche profondamente irrispettosa nei confronti del luogo sacro, della famiglia del defunto e dell'intera cittadinanza», aggiunge. Secondo il sindaco «le dichiarate simpatie politiche del professor Todini, nominato anche cavaliere al merito della Repubblica e commendatore, non possono giustificare lo spettacolo pubblico andato in scena nel centro della città». Sanna ritiene che «in questo momento di crescente diffusione di ideologie nazionaliste, neofasciste e xenofobe a livello nazionale e internazionale, nessun episodio che s'ispiri al fascismo deve essere sottovalutato»

«Quanto accaduto a Sassari è inaccettabile e non possiamo rimanere indifferenti, né come rappresentanti delle istituzioni né come semplici cittadini»: il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, commenta così il saluto romano durante il funerale del professor Giampiero Todini. «Un atto gravissimo, evidente apologia del fascismo, che non può essere tollerato. Sono indignato e preoccupato - aggiunge Ganau - e spero in un pronto intervento da parte delle autorità competenti in grado di identificare i responsabili. Il fascismo è stato un periodo tristissimo della nostra storia dove le libertà più elementari erano vietate. È stato sconfitto definitivamente dalla lotta della Resistenza che ha consegnato l'Italia ai valori democratici di cui andiamo fieri e di cui non possiamo che esserne orgogliosi. Purtroppo il clima che stiamo vivendo di grave intolleranza facilita questi rigurgiti. Un atto del genere non può passare sotto silenzio, è un reato contro la nostra Costituzione e non può che essere ignorato»

Tenta di abbassare i toni Luigi Todini, figlio del docente scomparso: «È un omaggio funebre che ho voluto fare io per rispettare un'espressa volontà di mio padre, mi assumo tutta la responsabilità ma sono sicuro che, al di là del vespaio di polemiche, non ci saranno altre conseguenze perché non è stato commesso alcun reato».  «Mi aspettavo le polemiche, ma immaginavo che rimanessero in ambito territoriale, non immaginavo tutto questo can-can che si sgonfierà in una bolla di sapone», prosegue Todini ricordando che «c'è una sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2018 che dice che il gesto del saluto romano è consentito in occasioni come le commemorazioni funebri e quella di domenica non era certo una manifestazione politica».

Secondo il figlio del professore scomparso «rientra nella visione politica e ideale di mio padre e mia, ma nessuno vuole sovvertire l'ordine democratico». L'ultima riflessione di Luigi Todini è per «tutti i morti, per i quali ho sempre avuto massimo rispetto. Se morisse un comunista e i suoi compagni volessero salutarlo con le bandiere rosse e il pugno alzato, non troverei nulla di strano - conclude - perciò non capisco l'accanimento sebbene comprenda che si sia trattato di una scelta inusuale, mai fatta prima da nessuno a Sassari, ma non c'è da preoccuparsi»

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