La Nuova Sardegna

Sassari

Chi non si era organizzato ha dovuto chiudere

Chi non si era organizzato ha dovuto chiudere

Solo i locali provvisti di cisterne sono riusciti a servire la clientela: «È stata dura ma siamo abituati»

06 settembre 2018
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SASSARI. Tutto sommato nei ristoranti e nei bar del centro negli ultimi anni hanno visto anche di peggio. Dodici ore con i rubinetti completamente a secco per chi deve servire caffè, cucinare e garantire l’efficienza e l’igiene dei servizi pubblici sono un bel problema, ma l’accelerazione dei lavori da parte dei tecnici di Abbanoa per l’installazione della nuova valvola sulla condotta di piazza Castello ha fatto sì che la giornata di ieri fosse solo l’ennesima puntata di un dramma che chi vive e lavora nella città vecchia ha ormai imparato a gestire. Rossana, storica titolare di un salone per acconciature per signora in via Turritana ieri a fine mattinata ha dovuto tirare giù la serranda. «Quando ho finito l’acqua della cisterna - spiega la parrucchiera - ho dovuto chiudere. Qui in via Turritana i problemi con l’acqua sono quotidiani - aggiunge - da un paio di mesi ad esempio conviviamo con un forte odore di fogna». Altri commercianti invece si sono organizzati. «Io ho una cisterna da 500 litri - spiega Nino Agnesa del “Caffè Castello” - e per le prime ore della giornata sono riuscito a lavorare, poi da una certa ora ho avuto qualche difficoltà. Penso comunque che sia stato meglio passare una giornata senz’acqua ma risolvere finalmente il problema». Qualche metro più giù, in largo Cavallotti anche Francesca Righi e Antonio Pinna, titolari di “Crema e Ciccolato” sanno bene cosa vuol dire trovarsi con i rubinetti a secco. «C’è capitato qualche mese fa - spiegano i due - ed è stato un dramma. Da quel giorno abbiamo due cisterne e avendo uno spazio bimbi ed essendo uno dei baby point del centro storico non possiamo farne a meno».



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