La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, i diportisti sfrattati: «Noi non siamo abusivi»

di Gavino Masia
Porto Torres, i diportisti sfrattati: «Noi non siamo abusivi»

I proprietari delle imbarcazioni rivendicano la regolarità dei loro ormeggi. Sotto accusa gli enti pubblici che non si sarebbero occupati del porto turistico

08 settembre 2018
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PORTO TORRES. I diportisti che da anni sono ormeggiati nei pontili galleggianti del porto turistico non hanno gradito che le loro barche siano considerate “abusive” dagli enti pubblici che hanno deciso lo sgombero del molo - entro il primo ottobre - per poi affidarlo attraverso manifestazione pubblica ad una nuova concessionaria. «La situazione nella quale siamo finiti è dovuta a ciò che è successo con la precedente gestione – dice Ivan Corazza -, assegnata con un pontile occupato che non si è mai riusciti a sgomberare, e a tutto questo vorrei aggiungere che noi diportisti abbiamo proposto tante soluzioni poi disattese per colpa delle autorità locali: l’unico interesse del Comune era quello di vendere i pontili trascurando i suoi cittadini, al contrario del sindaco pentastellato di Livorno che si è invece schierato contro tutti sistemando i diportisti residenti». L’unica soluzione che era stata proposta ai proprietari delle imbarcazioni da diporto era la banchina pescherecci, dietro il mercato ittico ancora da completare, nella quale però mancano sia le catenarie e sia i corpi morti per ormeggiare nel migliore dei modi le barche. «Vogliamo chiarire che non siamo occupatori abusivi da sgomberare – aggiunge Corazza -, ma onesti diportisti che l’Authority, con le sue azioni, ha messo in una condizione di illegalità. Per quanto riguarda la parte di banchina inagibile da maggio, inoltre, noi l’abbiamo liberata spostandoci dalla parte dichiarata agibile dove non sussistono nemmeno problemi di sicurezza per tenere le barche. Abbiamo sempre pagato e forse per questo siamo stati sfrattati».

Il problema attuale, comunque, è che non ci sono posti barca a Stintino e nemmeno a Castelsardo. «Non mi sento abusivo in quanto sono arrivato a Porto Torres e avevo un regolare contratto di ormeggio – commenta Oreste Basso – e ho più volte sollecitato la necessità di regolarizzare la posizione ma l’interlocutore era ed è inesistente. Nel frattempo siamo stati senza acqua e corrente e senza vigilanza visto che per due volte sono entrati in barca i ladri. Perché non si dice che per tre anni hanno fatto periodicamente ristrutturazioni in tutti i porti sardi tranne che a Porto Torres? Il sindaco dovrebbe farsi qualche domanda e ricordare che tra i diportisti c’è anche gente che esce a mare per mangiare».

Anche Franco Robutti aveva la sua barca al pontile, con regolare contratto, da quando esisteva il concessionario: «Dopo la rescissione siamo rimasti con regolare autorizzazione della Capitaneria, quindi essere definito abusivo è stato un insulto sopratutto detto da Autorità che mai in città hanno fatto valere le regole. Mi riferisco al pontile degli abusivi mai sgomberati, che è stato causa del conflitto tra Authority e Marina Turritana, mentre chi come me fa parte della associazione La Torre è in regola e autorizzato a occupare i posti barca. Voglio anche ricordare che l’associazione 5 mesi fa aveva presentato domanda di concessione, ma pare non si trovi traccia all’Autorità di sistema portuale». Fare allontanare i diportisti da Porto Torres, secondo Giovanni Cabigiosu, diventa un danno economico per la città: «Noi utenti della ex Marina turritana non siamo abusivi ma cittadini truffati e abbandonati da chi dovrebbe tutelarci, dato che paghiamo le tasse e quindi gli stipendi dei dipendenti degli enti che continuano, come ai tempi dei tiranni, a vessare cittadini onesti e oltretutto ad insultarli gratuitamente».

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