La Nuova Sardegna

Sassari

L’ex tipografia Poddighe ha due nuovi proprietari

di Paoletta Farina
L’ex tipografia Poddighe ha due nuovi proprietari

Il complesso è stato acquistato all’asta dalla Tholos e dalla famiglia Testoni Progetto di recupero in vista per l’immobile da anni vuoto dopo il fallimento

13 settembre 2018
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SASSARI. A Predda Niedda, tra i capannoni che aprono e chiudono, svettano simboli di iniziative imprenditoriali fallite e in stasi da decenni. Esempi di un’industria che fu o che cerca di spiccare il volo. E che consegnano al panorama della periferia urbana scheletri di cemento armato, stabilimenti vuoti o in rovina.

Ci sono però anche delle novità in arrivo e riguardano l’ex tipografia Poddighe. La parte bassa del fabbricato in cui la fallita tipografia ha brevemente operato, è stata acquistata all’asta giudiziaria dai titolari dell’azienda Testoni, attiva nel commercio di prodotti petroliferi. Il resto del vasto edificio appartiene invece alla Tholos, la società per azioni interamente controllata dal Banco di Sardegna, che lo comprato ugualmente all’asta del fallimento Poddighe. La proprietà dei Testoni si estende su 3600 metri quadri e quando i nuovi proprietari ne sono venuti in possesso si sono trovati davanti a una struttura in pessime condizioni, depredata negli anni da furti e raid vandalici che l’hanno spogliata, tra l’altro, di tutti gli impianti elettrici per appropriarsi dei cavi di rame. Il complesso non è al momento utilizzato, ma la famiglia Testoni sta valutando come riconvertirla. E non sarà semplice perché la struttura ha alcune caratteristiche che la limitano, essendo nata come tipografia. Ha anche due piani di parcheggi interrati ma con una capienza molto ridotta: appena 14 posti. La struttura nel nuovo Piano urbanistico comunale non ha destinazione industriale ma di servizi: ci si possono realizzare alberghi, scuole, attività ricreative, sale cinematografiche. Un migliore sfruttamento sarebbe possibile se la proprietà dello stabile fosse unica. Però che imprenditori sassaresi vogliano lanciarsi in nuove sfide e riutilizzare l’esistente è un fatto da segnalare.

Appena superato il sottopasso di Santa Maria, sono gli ex mulini Azzena a dare una plastica rappresentazione del passato glorioso dell’industria sassarese del Novecento ma anche del suo declino. Per le vecchie semolerie, sfumato il progetto di campus universitario dopo la fiera opposizione dell’amministrazione comunale, non si vedono all’orizzonti progetti di recupero di un ex opificio dalle grandi potenzialità che erano emerse nelle ipotesi di riutilizzarlo come residenza per studenti. Un investimento per la sua riconversione, del resto, avrebbe bisogno innanzi tutto di nuove idee ma soprattutto di robusti finanziamenti, considerata la vastità dell’area su cui si deve intervenire.

Dal gennaio del 2017 la Regione ha dato il via libera ai Multineddu alla variante necessaria per la realizzazione del centro commerciale a Zentu Fighi, a fianco al cimitero, proprio dove Predda Niedda inizia. La variante proposta dai Multineddu consentirà di creare 54 unità commerciali di varie dimensioni. Il progetto di centro commerciale fu ideato da Ugo Multineddu che non ha visto aprire ai clienti la sua ultima creatura. Esattamente dodici mesi dopo l’ok dell’amministrazione regionale, il fondatore della catena di supermercati sassaresi poi ceduti alla Conad è morto, all’età di 91 anni. I figli continuano la sua opera. I commercianti interessati ad aprire i loro negozi a Zentu Fighi non mancano, segno che la periferia continua ad essere un luogo di attrazione per il commercio e nonostante la stessa categoria invochi da tempo il ridimensionamento del grandi centri commerciali perché hanno svuotato e provocato l’impoverimento del centro cittadino

Si fa sempre più colorato da scritte e disegni dei graffitari, ma resta come un cruciverba in cui le caselle devono essere riempite lo stabilimento sulla 131 che fu costruito dall’Industriale Santa Maria, società in seguito fallita. La proprietà appartiene ora alla cagliaritana Acentrica che non ha evidentemente intenzione di impiegare risorse sull’immobile.

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