La Nuova Sardegna

Sassari

Campo rom, ordinate le bonifiche

di Gavino Masia

Provvedimento del sindaco per la rimozione dei rifiuti. Il Comune destinatario dei fondi di inclusione

14 settembre 2018
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PORTO TORRES. Il sindaco Sean Wheeler ha firmato l’ordinanza per la rimozione, l’avvio al recupero o allo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi rinvenuti in stato di abbandono all’interno del campo nomadi di Ponte Pizzinnu e nel capannone industriale di via Pigafetta numero 36. Quasi in concomitanza con il provvedimento amministrativo emanato dal primo cittadino - a distanza di cinque mesi dall’ultimo sopralluogo dei carabinieri - arriva anche la notizia che Porto Torres è tra i Comuni che saranno destinatari dei fondi per i progetti di inclusione abitativa della popolazione di etnia rom. Si tratta di una delibera regionale approvata l’8 agosto, che destina la somma di 200mila euro da ripartire tra le amministrazioni che attualmente ospitano famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi, per le quali si rende necessario e urgente avviare un programma di interventi mirati alla loro inclusione sociale e abitativa. In attesa di una sistemazione dei rom secondo quanto chiede la Regione, comunque, la priorità attuale rimane l’ordinanza sindacale dove viene ordinato ai trasgressori, oltre al ripristino dello stato dei luoghi, di provvedere alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti entro il termine di trenta giorni dalla notifica.

Campo rom. Lo scorso aprile i carabinieri del Noe con i militari della compagnia di Porto Torres avevano accertato che due residenti del campo sosta stavano eseguendo operazioni di pulizia con trasporto e smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali pericolosi e non provenienti dal capannone industriale di via Pigafetta. Questi rifiuti sono stati rinvenuti accatastati in una baracca del campo rom, sequestrati e mesi a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Ulteriori accertamenti. Durante lo stesso sopralluogo dei carabinieri all’interno del campo erano state rilevate altre gravi criticità igienico-ambientale - riscontrate anche dall’Ufficio igiene di Sassari prima del periodo estivo - inserite all’interno di un dossier che veniva consegnato al primo cittadino per intervenire quanto prima alla rimozione dei rifiuti o in alternativa alla chiusura e allo sgombero della stessa area dove vivono sei famiglie. La situazione all’interno del campo è infatti al limite della vivibilità, con minori e adulti che mangiano e dormono in capanne malsane e in mezzo a un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto. Senza dimenticare, inoltre, le innumerevoli buste di rifiuti differenziati dagli stessi residenti rom a seconda della tipologia, posizionate da oltre un anno al lato del campo in attesa che un camion incaricato dal Comune provveda a ritirarle.

Capannone industriale. Anche gli accertamenti ambientali sul capannone d via Pigafetta hanno fatto emergere che un vasto piazzale era stato utilizzato come deposito di rifiuti speciali pericolosi su un suolo pavimentato privo delle prescrizioni minimali previste dalla normativa ambientale. All’interno, invece, venivano individuati ulteriori rifiuti quali apparecchiature Raee fuori uso, ulteriori quantitativi di rifiuti inerti, rifiuti di beni durevoli per uffici come vecchie sedie, un vecchio fotocopiatore, vecchi arredi e documentazione varia.

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