La Nuova Sardegna

Sassari

Addio a Enzo Calzaghe, il maestro dei campioni di boxe

Gianni Bazzoni
Enzo Calzaghe tiene sulle spalle il figlio Joe, imbattuto campione del mondo
Enzo Calzaghe tiene sulle spalle il figlio Joe, imbattuto campione del mondo

Padre di Joe, pluricampione e star del pugilato mondiale, era nato a Bancali e viveva in Galles. La Sardegna nel cuore

17 settembre 2018
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SASSARI. Nella tarda mattinata di oggi 17 settembre 2018 è morto Enzo Calzaghe, sassarese, uno dei simboli del pugilato mondiale. Aveva 69 anni, papà e allenatore - dall’inizio alla fine, era stato lui a consigliargli il ritiro – di Joe Calzaghe, “Italian Dragon”, campione del mondo dei pesi super medi, una carriera straordinaria conclusa con 46 vittore e neppure una sconfitta, tra i pochissimi ad avere conquistato il titolo nelle quattro sigle e uno dei tre europei ad avere lasciato la boxe da campione del mondo imbattuto.
Il cuore di Enzo si è fermato per sempre  dopo un combattimento coraggioso contro una malattia che alla fine non gli ha lasciato scampo.

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Nato a Bancali il primo gennaio del 1949, Enzo da ragazzo suonava ila chitarra, amava la musica pop. Nei suoi pensieri  c’era la boxe ma non aveva chiaro quale sarebbe stato il suo futuro. Aveva voglia di girare il mondo,  suonare in una band. Partì muovendosi con mezzi di fortuna, era appena un ragazzo. Autostop e tante camminate a piedi per vivere un sogno. Un artista di strada, da una città all’altra. Se ne stava tornando a casa con pochi soldi quando alla stazione, l’altoparlante annunciò “Cardiff”. E decise di provare. “Andiamo lì”, si disse. E c’è rimasto sino alla fine.

In Galles Enzo ha lavorato come autista di autobus e venditore di infissi, ma il suo destino era segnato. Conobbe Paul Williams, intelligente allenatore di boxe che lo convinse a frequentare la palestra. Fu una folgorazione: Enzo guardava e imparava, raccoglieva ogni goccia, come una spugna. Diventò vice-allenatore, e quando Joe festeggiò il 18° compleanno lo portò in palestra.

I primi pugni, il talento e la forza, la capacità di lottare e di soffrire. Enzo Calzaghe da quel momento è sempre stato al fianco di suo figlio Joe nei 120 match da dilettante (110 vittorie, 10 pari e zero sconfitte) e nei 46 da professionista (46 vittorie e 0 sconfitte, 32 successi per ko, mondiale nelle quattro sigle nei supermedi seppure in tempi diversi).

“Devo ringraziare mio padre per questa carriera straordinaria _ aveva detto Joe il giorno del ritiro  _ perché prima mi ha incoraggiato a indossare i guantoni e poi è stato al mio fianco e al mio angolo per tutti i combattimenti”.

Ammirato e invidiato dai più grandi coach della boxe mondiale, Enzo Calzaghe non si era mai messo problemi. Per lui parlavano i risultati, quelli che contano. La gente in piedi ad applaudire al Madison Squadre Garden e a Las Vegas dove padre e figlio hanno scritto un pezzo importante della storia del pugilato mondiale.

Da Bancali piccola frazione di Sassari al tempio della boxe. E ogni volta che poteva Enzo tornava sempre a Bancali insieme a Joe da “nonno Pino” e a Porto Torres dalla sorella Alba che oggi è corsa al suo capezzale per l’ultimo abbraccio. Non era uno che si omologava: intelligente e capace di leggere in anticipo ogni situazione, Enzo aveva messo a punto quello che sorridendo chiamava il “metodo Calzaghe”. Un sistema di allenamento che aveva svelato per la prima volta a Porto Torres, tra maestri e pugili, dove contava e conta tanti amici. Una serie infinita di colpi, un ritmo tambureggiante. Un attacco senza pause che sembrava non finire mai. Come quelli di Joe: 529 pugni al minuto, con picchi di 8-9 al secondo.  Ecco, quello era il “metodo Calzaghe”.

Enzo Calzaghe ha vinto il titolo di “Coach of the Year”, la Bbc lo ha nominato tra le personalità più importanti al mondo nello sport e The Ring Magazine lo ha proclamato “Trainer dell’anno” nel 2007. Una marea di altri premi insieme alla stima di tutto il Galles dove veniva celebrato come una star insieme a suo figlio Joe. Non ha mai negato le sue origini sarde e ogni volta che tornava erano grandi feste, tutti ad ascoltare i racconti in sassarese-gallese di uno che ce l’ha fatta e al quale nessuna ha mai regalato niente. Un campione vero. Il padre di un campione.
Buon viaggio Enzo.

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