La Nuova Sardegna

Sassari

Gosmino e la marchesa, inganni e veleni

di Daniela Scano
Gosmino e la marchesa, inganni e veleni

I retroscena della indagine che ha portato al sequestro di beni per tre milioni. Il commercialista sapeva di essere indagato

17 settembre 2018
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SASSARI. Tutto comincia con una scoperta sconvolgente. Nel 2015, dopo avere perso una causa civile da poche migliaia di euro, la marchesa Ernestina Zoagli nata Tacchino, classe 1923, “fruga” nei propri conti e si rende conto di essere diventata povera in canna. Tutti i suoi beni, e ne aveva ereditati tanti dal marito, pronipote di Goffredo Mameli, erano confluiti dal suo patrimonio a quello della Fondazione che avrebbe dovuto trasformarla nella madame de Staël algherese. Solo in quel momento donna Ernestina, abituata a volare alto e ad affidare ad altri la cura delle cose materiali, guarda con occhi diversi il fidatissimo commercialista Rodolfo Egidio Gosmino, 74 anni, che amministrava dal 2003 con procura generale il suo ricco patrimonio. E lo denuncia.

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È l’antefatto di una vicenda giudiziaria esplosa nei giorni scorsi a Sassari e ad Alghero, città di residenza dei due notissimi protagonisti. La Finanza ha sequestrato il ricco patrimonio della “Fondazione Ernestina Zoagli”: appartamenti, terreni, libri, opere d’arte. E soldi, tanti soldi, anche se pare che dopo il primo inventario ne manchino all’appello un bel po’. Il sospetto è che donna Ernestina sia stata raggirata da Rodolfo Gosmino.

Se è stata una sorpresa per i sassaresi e per gli algheresi, l’inchiesta sulla presunta truffa è invece ben nota ai protagonisti. Le indagini sono state condotte in gran segreto per più di tre anni dalla guardia di finanza ma, almeno una volta, accusatrice e accusato si sono guardati negli occhi davanti a un giudice.

È successo un anno e mezzo fa, all’incidente probatorio celebrato nell’aula del gup Antonello Contini: lo stesso magistrato che nei giorni scorsi ha sequestrato il patrimonio della Fondazione, imprimendo un’accelerazione alle indagini che probabilmente Rodolfo Gosmino pensava che si fossero arenate o che fossero state archiviate dopo l’incidente probatorio. Il commercialista si sbagliava: dalla cortina di riserbo che circonda il lavoro della Finanza, infatti, emergono indiscrezioni su intercettazioni e altre prove che gli uomini della tenenza della Guardia di Finanza di Alghero avrebbero raccolto negli ultimi mesi e presentato a Maria Paola Asara, pm titolare dell’inchiesta. Intercettazioni che rivelerebbero, raccontate dalla viva voce dei protagonisti, le trame e i veleni maturati intorno al patrimonio di donna Ernestina. Una marchesa molto avanti negli anni, molto colta e molto sola, senza discendenti e parenti diretti. Una donna fragile e ricca, circondata di sedicenti amici e aspiranti tuttofare coalizzati contro il commercialista che stringeva i cordoni della borsa.

Da questo entourage sarebbe partita nel 2015 la segnalazione all’avvocato Stefano Carboni, legale della nobildonna, che ha fatto scattare la denuncia alla Procura e l’intervento del tribunale per mettere in sicurezza la persona e il patrimonio di Ernestina Zoagli. Rodolfo Gosmino incassa il colpo e, su richiesta dell’avvocato Stefano Carboni che assiste Ernestina Zoagli, restituisce alcuni assegni circolari staccati sul conto della vedova. Gosmino lascia la presidenza della Fondazione ma fa solo un passo di lato, visto che si fa sostituire dal figlio Alessandro. Oggi Gosmino junior sceglie le vesti del presidente e prende le distanze dal genitore: «Se mio padre ha sbagliato – dice – pagherà». Da tre anni a occuparsi degli affari della marchesa è l’amministratore di sostegno, avvocato Nicola Lorusso, che ha allontanato tutti i pretendenti all’assistenza della marchesa. La nobildonna, che tre anni fa viveva in condizioni di quasi abbandono, ora è assistita da personale specializzato. Rodolfo Gosmino non è più gradito a casa Zoagli.

Intanto continua la lotta per i beni della marchesa “travasati” nella Fondazione Zoagli. L’istituzione avrebbe dovuto promuovere eventi culturali nel nome di donna Ernestina e lei pur di realizzare il sogno aveva deciso di cedere qualcuno dei tanti appartamenti e dei terreni che possedeva. Qualcuno, appunto, non tutti come è accaduto.

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