La Nuova Sardegna

Sassari

A Nulvi partono le collette per restaurare i beni della Chiesa

di Mauro Tedde
A Nulvi partono le collette per restaurare i beni della Chiesa

Don Francesco Tamponi e il parroco Pruneddu hanno lanciato un grido di aiuto e allarme ai cittadini L’archivio della diocesi, altari lignei e campanili a rischio. Prime risposte, ma serve un grosso impegno

22 settembre 2018
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NULVI. È stato un vero e proprio grido di aiuto e di allarme quello lanciato nei giorni scorsi dal parroco di Nulvi don Pietro Pruneddu e da don Francesco Tamponi, responsabile dell’Ufficio dei Beni ecclesiastici della diocesi di Tempio e Ampurias, davanti a tanti nulvesi. Il vastissimo patrimonio artistico della parrocchia di Nulvi, uno dei più ricchi ed importanti della diocesi, è in pericolo e bisogna fare subito qualcosa. Per questo è necessario l’apporto di tutti, ognuno con le proprie competenze e con i mezzi di cui dispone.

L’archivio parrocchiale di Nulvi, ad esempio, è fra i più ricchi e più grandi dell’intera diocesi insieme a quelli di Tempio e Castelsardo.

«Un archivio che raccoglie storia di qualità – ha spiegato don Tamponi – e che vive il momento culmine con la Collegiata dell’Assunta. Un patrimonio straordinario che va salvato e preservato digitalizzando gli archivi, destinati altrimenti a non essere più consultati e utilizzati, con l’obiettivo di mettere in rete tutti gli archivi della diocesi attraverso delle vere e proprie banche dati».

«Oltre all’archivio però – ha aggiunto don Tamponi – rischiano di fare una fine ingiusta tanti alteri lignei, fra cui quello, unico nel suo genere in Sardegna perché contiene una macchina teatrale, della chiesa della Santa Croce, ridotto in condizioni pietose, ma anche le tante chiese del paese e lo stesso campanile dell’Assunta, che rischiano grosso solo per la mancanza di una manutenzione ordinaria».

L’invito è quello di mobilitarsi tutti per cercare di salvare un immenso patrimonio di storia, arte, fede e cultura, accumulato dai canonici che hanno vissuto a Nulvi e che caratterizza questo piccolo, ma importante centro dell’Anglona. «Qualcosa si sta facendo – ha spiegato don Tamponi – e presto interverremo con i fondi Cei per salvare la chiesa di Sant’Antonio abate e più in là quella di San Lussorio, prima di perderle, ma ora tutti possiamo fare qualcosa anche con piccole azioni per salvare più beni possibili».

L’appello è stato raccolto subito e il comitato 2017 de “Sos mastros” ha destinato un bel gruzzoletto per intervenire nell’altare del Santissimo della chiesa dell’Assunta e alcuni esperti muratori hanno offerto la loro manodopera per lo stesso intervento e per altri urgenti manutenzioni nelle chiese di San Sebastiano e di San Filippo, che custodisce i candelieri di Nulvi.

Il fatto che ci sia stata un’immediata risposta è importante, ma tanti sono i beni da salvaguardare che occorrerà la generosità e l’impegno di altri affinché Nulvi non perda le testimonianze di un passato che non può essere lasciato morire.

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