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Appello per l’anziano scomparso a Ploaghe: «Chi sa qualcosa, parli»

Appello per l’anziano scomparso a Ploaghe: «Chi sa qualcosa, parli»

PLOAGHE. «Chi è a conoscenza di cosa è accaduto a mio padre, ce lo faccia sapere. Anche mantenendo l’anonimato». L’appello, forse l’ultimo, è di Roberto Manca, figlio di Guido, il pensionato che...

24 settembre 2018
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PLOAGHE. «Chi è a conoscenza di cosa è accaduto a mio padre, ce lo faccia sapere. Anche mantenendo l’anonimato». L’appello, forse l’ultimo, è di Roberto Manca, figlio di Guido, il pensionato che giusto un anno fa si era allontanato dalla struttura sanitaria “I Gabbiani”, ospitata all’interno dell’istituto San Giovanni Battista, a Ploaghe.

Dell’uomo, a distanza di un anno, non è stata trovata alcuna traccia, nessun segnale della sua presenza non solo a Ploaghe, ma in tutta la Sardegna. La famiglia, per mesi, ha proseguito le ricerche grazie alla collaborazione della protezione civile, ma inutilmente: di Guido Manca nessuna traccia. La famiglia le ha provate proprio tutte. Ha chiesto aiuto alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto” (e sulla bacheca della home page del programma tv c’è ancora la foto di Guido Manca nel settore degli “scomparsi”), ha utilizzato i cani, ha consultato alcuni sensitivi. Che in nove, senza essersi mai incontrati e senza essersi conosciuti, hanno fornito gli stessi particolari: una strada bianca, un malore o forse un incidente, una cunetta. «Credo che questi particolari, quelli forniti dalle nove persone (i medium) siano quelli che rispondono di più alla probabile realtà dei fatti – commenta Roberto Manca –. Non c’è dubbio che mio padre si sia allontanato dalla struttura sanitaria, ed è molto probabile che abbia imboccato la “strada bianca” di cui parlano i sensitivi, stradina a pochi passi dall’istituto San Giovanni Battista. Il cuore di mio padre era decisamente malandato, soffriva di una grave patologia, ed è quindi probabile che lo abbia ucciso un infarto. Logica, di conseguenza, la caduta nella cunetta che costeggia la stradina».

E, prendendo per valida la teoria del malore, non lo sorprende neppure un altro aspetto e cioè che dopo un anno non sia stata trovata neppure una traccia organica del padre. «Sa – spiega Roberto Manca –, quella è una zona ricca di animali selvatici, soprattutto cinghiali e maiali rinselvatichiti». Ma poi si lascia sfuggire, a mezza voce, un sospetto. E cioè che Guido Manca sia stato investito da un’auto e il corpo gettato in un pozzo. Un sospetto lasciato cadere nel mezzo del discorso quasi casualmente, ipotesi che anche gli investigatori hanno preso in considerazione ma per la quale non è stato trovato alcun riscontro. Roberto Manca non crede invece che nessuno abbia visto o sentito qualcosa. «Quella strada non è nel cuore della campagna – sostiene – e mi sembra strano che nessuno abbia notato mio padre». Per questo chiede, a chi sa, di fargli pervenire un’indicazione, un suggerimento, anche una semplice “soffiata” anonima. Che faccia luce su quanto accaduto un anno fa alla periferia di Ploaghe o che almeno lo aiuti a trovare i resti o una traccia del padre.

Un appello, forse l’ultimo, proprio in occasione dell’anniversario della misteriosa scomparsa di Guido Manca. (p.s.)



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