La Nuova Sardegna

Sassari

CASSAZIONE 

Delitto di Banari, processo con il morto: l’imputato

SASSARI. Processo per omicidio col morto, che non è la vittima del delitto ma l’imputato. Capita, quando l’accusato muore nelle more del processo. In genere il dibattimento viene chiuso rapidamente...

02 ottobre 2018
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SASSARI. Processo per omicidio col morto, che non è la vittima del delitto ma l’imputato. Capita, quando l’accusato muore nelle more del processo. In genere il dibattimento viene chiuso rapidamente con una sentenza di estinzione del reato per morte del reo, invece questa volta ci sono voluti diciotto mesi. Colpa di un difetto di comunicazione tra l’anagrafe e gli uffici giudiziari che è stato sanato solo nei giorni scorsi dalla corte di Cassazione.

L’imputato era l’ex minatore Marciano Alba, classe 1939, deceduto il 24 gennaio del 2017 a Siliqua, il suo paese di origine. Esattamente un mese dopo, il 24 febbraio, senza sapere di avere processato un defunto, la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione e ha rinviato Alba a giudizio davanti alla corte d’appello per essere processato per la quarta volta per l’omicidio dell’allevatore di Banari Giovanni Battista Porcheddu, assassinato il 17 gennaio del 2007 nelle campagne di Banari vittima e imputato abitavano.

Di quel delitto venne accusato immediatamente Marciano Alba, ex amico della vittima e poi suo acerrimo nemico per questione di confini. Un processo lungo e complicato, basato sulle perizie balistiche, che si concluse nel marzo del 2009 con la condanna dell’ex minatore a 22 anni di reclusione. Pochi anni dopo, Marciano Alba venne però assolto per non avere commesso il fatto. Secondo i giudici di secondo grado non c’era la certezza assoluta che l’imputato, che nel frattempo era tornato in libertà per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, fosse proprio colui che aveva esploso le fucilate. Il 24 febbraio del 2017 la Cassazione ha scritto un’altra pagina processuale. Quello a carico dell’ex minatore, secondo i giudici era un «quadro probatorio oggettivamente robusto, caratterizzato da dati certi, univoci e concordanti nell’indicare l’imputato come l’omicida di Porcheddu». (d.s.)

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