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Sassari

Mega rissa a Sassari: «Lo stavano pestando in sette con le catene: io l’ho solo difeso»

Luigi Soriga
Mega rissa a Sassari: «Lo stavano pestando in sette con le catene: io l’ho solo difeso»

Parla il proprietario del locale al Corso dove è iniziata la rissa. «Un uomo si è rifugiato qui, i nigeriani lo prendevano a calci»

04 ottobre 2018
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[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.17316602:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/10/04/news/maxi-rissa-a-sassari-il-centro-storico-chiede-aiuto-si-arrivera-a-sparare-1.17316602]]SASSARI. «Quello che si vede nei video a petto nudo sono io. Quello che prende i colpi di catena in testa e sulla schiena sono sempre io. E anche quello che urla: “Lo devi lasciare! Lascialo!”, sono ancora io. Perché lo stavano pestando in sette, sette contro uno, e chiunque al posto mio sarebbe intervenuto per difendere quell’uomo. Sia che gli aggressori fossero neri, gialli o bianchi».

Il proprietario del locale del Corso Vittorio Emanuele, al numero 118, racconta la rissa di lunedì notte.

«Stavamo chiacchierando e bevendo tra amici. A un certo punto è entrato un uomo, lo conosco di vista, non siamo amici, e si è fiondato nel locale. Era inseguito da un gruppo di nigeriani, erano sei o sette. L’hanno afferrato, buttato per terra e hanno cominciato a picchiarlo davanti a me. Allora sono intervenuto e li ho sbattuti fuori».

E poi che è successo?

«Hanno continuato a pestarlo anche fuori. In dieci contro uno. Voi cosa avreste fatto al mio posto? Mi sono messo in mezzo per separarli. E mi è arrivato un fendente di catena in testa. Allora ho reagito, e assieme a me anche alcuni miei amici. I nigeriani erano tanti, erano sbucati dai vicoli, nel video non si vedono perché appena sono arrivate le sirene la maggior parte sono scappati».

È stato denunciato?

«Io questo non lo so. Ho fornito le mie generalità, ma sinceramente non so di cosa mi si possa accusare. Io ho difeso prima un uomo da un linciaggio, e poi ho difeso me stesso».

È una rissa occasionale o episodi simili sono frequenti?

«Tra sassaresi ed extracomunitari non succede mai. Tra di loro, invece, si azzuffano un giorno sì e l’altro pure. Qui alle 22 scatta il coprifuoco, io stesso preferisco abbassare la serranda per non avere problemi. Perché magari qualcuno vuole entrare, e se non gli apri succedono i casini. Perché non provate a farvi un giro di notte tra i vicoli del centro storico basso? Così capite che gente c’è in giro e perché non ci si può sentire sicuri».

Cosa si dovrebbe fare per migliorare la situazione?

«Io penso che chi ha governato Sassari in questi anni ha venduto il centro storico agli immigrati, e noi a volte ci sentiamo degli estranei a casa nostra. Sembra che per loro non ci siano regole, che tutto sia consentito. Che anche le forze dell’ordine abbiano quasi paura di intervenire. E invece bisognerebbe fare subito qualcosa, perché la situazione è esplosiva».

C’è molta intolleranza?

«Io posso parlare per me. Non ce l’ho con nessuno, e infatti stamattina sono passati i nigeriani e ci siamo chiariti. Mi hanno spiegato del furto subìto, mi hanno mostrato la copia della denuncia. Però chiacchiero con la gente, e tutti qui si sentono assediati. Tra risse, urla, spaccio non c’è tranquillità, non si vive bene. E il fastidio dei residenti è tanto».


 

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