La Nuova Sardegna

Sassari

Case affittate in nero: a Sassari via al blitz dei vigili

Luigi Soriga
Case affittate in nero: a Sassari via al blitz dei vigili

Scattano le contromisure per contrastare la criminalità nigeriana e locale. Il prefetto ha convocato un tavolo per organizzare un presidio di legalità

05 ottobre 2018
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SASSARI. La rissa di lunedì è stata l’ennesimo campanello di allarme che si è acceso sul centro storico. Le istituzioni non lo hanno sottovalutato e si stanno muovendo per mettere in campo degli interventi.

Il prefetto ha convocato per la prossima settimana un tavolo per la sicurezza, al quale prenderanno parte il Comune e tutte le forze dell’ordine. L’obiettivo è instaurare una collaborazione in modo da presidiare in maniera più efficace le zone più calde.

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Palazzo Ducale, intanto, ha fatto la prima mossa: «Ho incaricato la polizia municipale – dice il sindaco Nicola Sanna – per avviare immediatamente le indagini e controllare casa per casa la situazione delle residenze e degli affitti. I sopralluoghi degli agenti cominceranno già dalla prossima settimana».

In mancanza di personale e mezzi interforze per poter monitorare in maniera pressante il centro basso, la migliore strategia per cominciare a lavorare ai fianchi la criminalità nigeriana e locale è agire suoi luoghi occupati. Se il centro storico è diventato una sorta di ghetto colonizzato dagli extracomunitari è anche per colpa dei proprietari delle case, che affittano in nero, che consentono il subaffitto, e che non controllano affatto sulle condizioni igienico sanitarie dei proprie appartamenti. È su questa zona oscura che i vigili urbani vogliono fare luce una volta per tutte. Dal momento che, fino a questo momento, tutte le amministrazioni che si sono succedute non hanno mai avuto il polso della situazione degli alloggi, visto che un censimento delle residenze e degli affitti non è mai realizzato.

I controlli saranno incrociati: si parte dai dati catastali degli immobili, ricostruendo la proprietà dalle origini sino ad oggi. Dopodiché si raffrontano tutti i dati con gli archivi dell’anagrafe e si vede chi è registrato come residente dell’abitazione. Quindi scatta la verifica sul campo. Gli agenti della polizia locale bussano alle porte e vedono chi si trova all’interno dell’alloggio in quel preciso momento. Si accertano dunque di chi ci vive realmente e a che titolo abita lì. Se c’è un contratto registrato o se si tratta di una locazione abusiva in nero. O ancora se c’è una condizione di subaffitto. Tipo: un proprietario affitta a un extracomunitario, e quest’ultimo si mette in casa altri 5 connazionali che pagano a loro un canone. È proprio in questa maniera che si creano le situazioni di sovraffollamento, che incidono a loro volta sulle condizioni igienico sanitarie. E anche questo sarà un aspetto che verrà sanzionato.

Nel tavolo sulla sicurezza dei prossimi giorni verrà anche presa in considerazione l’ipotesi di un presidio, organizzato con la collaborazione di tutte le forze dell’ordine, posizionato nella zona bassa del corso. Un po’ come era accaduto davanti al centro di accoglienza del Pime al Latte Dolce, dopo la rissa tra migranti e residenti. Una staffetta tra polizia, carabinieri e vigili urbani per garantire un baluardo di legalità in una zona che al momento è percepita dai residenti come una giungla senza regole, dove vige una sorta di anomia. La polizia municipale è in attesa di un nuovo mezzo, e appena sarà a disposizione del comando ha intenzione di mettere in campo un secondo presidio mobile come quello in piazza Castello, che sarà un riferimento di legalità per la parte bassa del Corso.


 

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