La Nuova Sardegna

Sassari

Spaccio di droga, assolti padre e figlio

Spaccio di droga, assolti padre e figlio

Erano stati fermati con 300 grammi di marijuana. Il legale: era per uso personale

06 ottobre 2018
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SASSARI. Lo scorso anno erano stati arrestati dalla guardia di finanza perché trovati in possesso di 300 grammi di marijuana. Il giudice Tronci, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Martina Pinna, li ha assolti entrambi.

Gli imputati erano Pietro e Federico Loru, padre e figlio. I militari della sezione antiterrorismo e pronto impiego della compagnia della guardia di finanza di Sassari li avevano fermati nella zona di Monte Oro, dopo averli trovati in possesso della marijuana. I finanzieri già da tempo tenevano sotto controllo una villetta nell’agro, dove diversi indizi facevano ritenere fosse in piedi una attività di spaccio. I baschi verdi avevano quindi fermato i proprietari dell’abitazione, padre e figlio, mentre si trovavano a bordo della loro auto, sprovvista di assicurazione, e avevano subito constatato che entrambi erano privi di documenti. Quando erano stati accompagnati nella loro casa, ad attenderli c’erano altri finanzieri. I militari avevano controllato la villetta e avevano trovato la droga nascosta in vari posti. Erano stati inoltre ritrovati 117 semi di canapa. I due erano stati arrestati per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Al termine della requisitoria il pm ha chiesto la condanna del figlio a 4 mesi e l’assoluzione del padre. L’avvocato Pinna aveva sollecitato l’assoluzione del padre “perché il fatto non sussiste” e del figlio “perché il fatto non costituisce reato” «dal momento che la sostanza rinvenuta – ha spiegato il legale – era sufficiente a confezionare 20 spinelli, dose consentita e non diretta allo spaccio. Nulla è stato ritrovato che potesse far pensare a un’attività di cessione della marijuana. Né soldi né alcun oggetto per il taglio e il confezionamento. Oltretutto quando i due sono stati fermati erano in una strada privata vicino a casa loro ed erano stati loro stessi a indicare ai finanzieri dove custodivano la sostanza». (na.co.)

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