La Nuova Sardegna

Sassari

Di Maio «Il lavoro è la priorità: idee nuove per l’isola»

di Luca Rojch
Di Maio «Il lavoro è la priorità: idee nuove per l’isola»

Il vicepremier: «Adesso puntiamo su innovazione, turismo e agricoltura È l’ora della svolta. Trasporti, stiamo già intervenendo sulla continuità»

09 ottobre 2018
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SASSARI. Vicepremier di lotta e di governo. Luigi Di Maio si trova a suo agio con gli abiti istituzionali del governo, ma non perde la carica movimentista che ha portato i 5 Stelle alla guida del Paese. Parla con orgoglio della manovra costruita in collaborazione con la lega. E senza paura la chiama la Manovra del Popolo, «Mi raccomando tutto maiuscolo».

E proprio nell’orgoglio populista è raccolta la cifra stilistica di questo provvedimento. Forma e sostanza del governo gialloverde che ammicca alle masse e ha fatto di slogan come “Prima gli italiani”, e “pensiamo al popolo” inni di governo.

Di Maio mostra di avere le idee chiare anche sulla Sardegna. I 5 Stelle continueranno ad andare da soli, non solo alle Regionali, ma anche nelle altre elezioni.

Per la lotta alla disoccupazione propone un nuovo modello di sviluppo, lontano dalle ricette già proposte. Punta su turismo, agricoltura ed enogastronomia. Boccia la legge urbanistica «perché devastava l’ambiente senza restituire nulla ai sardi. Era solo un favore ai poteri forti». Liquida il caso Mura con una battuta «Non ha rispettato il patto con i cittadini». E parla anche del gap infrastrutturale «Il ministero dei trasporti ha stanziato, per i prossimi anni, 57 milioni di euro per la manutenzione straordinaria delle strade della Sardegna».

Di Maio evita la polemica con la Regione. Davanti alla proposta - rivendicazione dell’assessore regionale al Bilancio Paci.

La Regione chiede lo stop agli accantonamenti, un tesoretto di 684 milioni, dopo lo sforamento del deficit-pil al 2,4 per cento. Fine dell’austerity, fine dei sacrifici. Ma Di Maio è netto. «Evidentemente non ha capito il senso della manovra economica».

Il vicepremier evita i toni incendiari, ma dà tutto il suo supporto al candidato governatore dei 5 Stelle Mario Puddu.

Qual è il suo bilancio dopo quattro mesi di Governo?

«Stiamo realizzando quello che abbiamo messo nero su bianco nel nostro programma elettorale e poi nel contratto di governo. Questa è la vera rivoluzione. Da quanto non si vedeva un governo che mantiene gli impegni? Nella Manovra del Popolo ci sono le misure più importanti del contratto di governo. Il Reddito e la pensione di cittadinanza, il superamento dell’ignobile legge Fornero e l’abbassamento delle tasse alle partite Iva e alle imprese che assumono. È solo l’inizio, ma si inizia bene. Di certo c’è ancora tanto da fare. La programmazione per chiudere il contratto di Governo è sui cinque anni».

I rapporti con l’Europa sono ancora molto tesi. Colpa della manovra o pensa che ci sia un pregiudizio nei confronti del governo giallo verde?

«Guardi, la manovra è stata inviata a Bruxelles e alle Camere pochi giorni fa, quindi tutto quello che si è verificato prima è espressione di semplici pregiudizi e speculazioni. Qualcuno ha giocato ad agitare i mercati: esponenti dell’opposizione, che non hanno a cuore il proprio Paese, e alcuni commissari europei. La verità è che la Manovra del Popolo smaschera le bugie che ci hanno raccontato fino a ieri: investire i soldi per il bene dei cittadini è possibile».

Ministro, si parla tanto della manovra finanziaria. Lei ha detto che sarà di crescita e ci saranno investimenti. Ci spieghi qualcosa.

«Con la Manovra del Popolo si ripagano gli italiani di tutto quello che hanno dovuto subire dai precedenti governi. La politica dell’austerità non funziona. Questo è un fatto incontrovertibile. Gli investimenti sono l’unico modo per ribaltare il trend, tagliare la spesa improduttiva e puntare su investimenti ad alto moltiplicatore, investimenti che facciano ripartire l’economia reale. La crescita della ricchezza che ne deriverà porterà ad un abbassamento del debito».

La preoccupa la reazione dei mercati?

«Ribadisco, i mercati sono stati spaventati dalle dichiarazioni fuori luogo di alcuni esponenti delle istituzioni europee e - mi permetta di dirlo - anche dai giornaloni italiani che sono in mano ai vecchi partiti (Pd e Forza Italia in primis) che hanno tentato di distruggere la manovra ancora prima di leggerla. Queste sono persone che pensano a tutelare solo i loro interessi. L’Italia è un Paese sovrano e con la Manovra del Popolo questo principio viene ribadito una volta per tutte».

Si parla molto di reddito di cittadinanza, ma quali sono le altre iniziative che volete portare avanti con la Finanziaria?

«Oltre al reddito di cittadinanza, che non è una misura assistenziale, ma serve a riqualificare e reinserire nel circuito lavorativo chi è stato tagliato fuori, dandogli una nuova opportunità, abbiamo evitato che l’Iva aumentasse, un bel regalino che ci aveva lasciato il vecchio governo. Immaginatevi l’aumento dei prezzi su praticamente tutto, ecco: lo abbiamo scongiurato. Poi ci sono molte iniziative nella legge di bilancio che puntano al rilancio dell’economia: per esempio il superamento della legge Fornero, il taglio dell’Ires per le aziende che non inquinano - la cosiddetta Ires verde -, un fondo per i truffati dalle banche, la flat tax per le partite Iva, una serie di misure per la semplificazione e un piano per gli investimenti mai visto prima in Italia».

Non le sembra che l’attenzione globale si sia concentrata troppo su temi come i migranti e poco sul sistema Paese?

«Il tema dei migranti è stata la cartina di tornasole per rendere palese che qualcosa nell’Unione Europea non funziona. E quel qualcosa è un eccessivo egoismo da parte degli Stati membri che mina alla radice i valori su cui l’Europa si fonda. L’Italia non poteva continuare da sola a farsi carico di un problema epocale come quello delle migrazioni, i Governi che ci hanno preceduto sono stati irresponsabili da questo punto di vista: non hanno fatto nulla, anzi, hanno stretto accordi che hanno peggiorato la situazione».

Lei è ministro del lavoro, in Sardegna il tasso di disoccupazione è del 17 per cento. Quello giovanile è del 56 per cento. Quali iniziative ha in mente per l’isola?

«La disoccupazione, in particolare quella giovanile, è una piaga sociale di questo Paese, dal lavoro e dai giovani dobbiamo ripartire. Non c’è più tempo da perdere, per questo con il decreto dignità abbiamo iniziato a tamponare il problema della precarietà del lavoro, ma come dico sempre c’è tanto da fare perché quella riforma, il Jobs act voluto dal Pd, ha creato dei disastri. Anche in Sardegna servono scelte coraggiose. Ripetere le vecchie ricette proposte dal centrodestra e dal centrosinistra non ha senso. Occorre un nuovo modello di sviluppo che dia lavoro ai giovani in settori cruciali come il turismo, l’agricoltura, l’enogastronomia e l’innovazione. Per questo ci siamo battuti contro la legge urbanistica proposta dal centrosinistra: perché devastava l’ambiente senza restituire nulla ai sardi. Era solo un favore ai poteri forti. Noi, invece, abbiamo un altro progetto per la Sardegna».

Il vicepresidente della Regione e assessore al Bilancio Raffaele Paci ha inviato una lettera al ministro Tria in cui ha affermato che la Sardegna non contribuirà più al risanamento dei conti dello Stato con i suoi 684 milioni di euro visto che la Finanziaria nazionale non si preoccupa più di risanare il debito. Che ne pensa?

«Che evidentemente non ha capito il senso della manovra economica. Ripagare il debito è una prerogativa di questo Governo, il modo in cui verrà fatto è diverso rispetto al passato. Non possiamo più fare tagli lineari senza considerare le conseguenze, i cittadini hanno già sofferto abbastanza. Bisogna tagliare, quello sì, la spesa improduttiva e investire per far ripartire l’economia reale. Il debito si ripaga con la crescita, non deprimendo l’economia. Credo che questo concetto sia chiaro, chi non lo vuole capire evidentemente ha interesse a non capirlo».

In Sardegna si vota a febbraio per le Regionali. I 5 Stelle hanno già deciso di andare da soli dopo il 42 per cento delle Politiche, è ottimista?

«Siamo al Governo con la Lega e stiamo governando insieme sulla base di un contratto. Abbiamo messo nero su bianco, davanti ai cittadini, quali sono le cose da fare. Ma la nostra natura non cambia, andremo da soli alle regionali, alle europee e in qualsiasi altra tornata elettorale».

Verrà in Sardegna per sostenere il candidato Mario Puddu, a proposito cosa ne pensa?

«Mario è stato il primo sindaco del Movimento 5 Stelle in Sardegna, ad Assemini. Ha lavorato molto bene e infatti alle elezioni comunali, pur non essendosi candidato personalmente, ha contribuito al risultato raggiunto dal Movimento 5 Stelle con Sabrina Licheri che ha vinto in modo convincente. Questo vuol dire che i cittadini lo hanno premiato. Essendo stato un sindaco è una persona che conosce la macchina amministrativa, ma soprattutto sa ascoltare i cittadini. Una caratteristica fondamentale per chi governa. E poi è un sardo che ha la Sardegna nel cuore. Questa è una garanzia».

In Sardegna ha avuto grande eco il caso del velista Andrea Mura. I 5 Stelle hanno votato a favore delle sue dimissioni, la scelta giusta?

«Non ha rispettato il patto con i cittadini e il Movimento 5 Stelle lo ha espulso dal gruppo. Ha fatto bene a presentare le sue dimissioni da parlamentare».

L’isola attende ancora che il governo intervenga su temi chiave come la continuità territoriale aerea e il rinnovo della Convenzione per la continuità marittima. Il governo ancora non si è fatto sentire.

«In realtà ci siamo già mossi. Il ministro Danilo Toninelli ha firmato il nuovo decreto di imposizione degli Oneri di servizio pubblico per la continuità territoriale aerea della Regione Sardegna. La nuova continuità territoriale aerea della Regione Sardegna prevederà l’imposizione di tetti massimi di spesa per i non residenti e tariffe agevolate equiparate a quelle dei residenti per i viaggiatori disabili, i giovani studenti universitari, gli under 21 anni e gli over 70. Siamo al lavoro anche su tutto il resto».

Più in generale il gap infrastrutturale resta ancora un grande ostacolo allo sviluppo della Sardegna, cosa farete per affrontarlo?

«Il ministero dei trasporti ha stanziato, per i prossimi anni, 57 milioni di euro per la manutenzione straordinaria delle strade della Sardegna. Dopo anni di attesa verranno anche erogati milioni di euro, con il contratto di programma di Rfi, per le ferrovie di tutta Italia compresa la Sardegna».

@LucaRojch. @RIPRODUZIONE RISERVATA

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