La Nuova Sardegna

Sassari

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Dolore e rabbia per l’operaio morto a Reggio Emilia

COSSOINEUn silenzio irreale, sospeso, una cappa di tristezza che stenta a sollevarsi. Così Cossoine si è risvegliato all’indomani della tragica scomparsa di Silvio Sotgiu, l’operaio 42enne morto a...

11 ottobre 2018
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COSSOINE
Un silenzio irreale, sospeso, una cappa di tristezza che stenta a sollevarsi. Così Cossoine si è risvegliato all’indomani della tragica scomparsa di Silvio Sotgiu, l’operaio 42enne morto a Reggio Emilia a causa della esplosione del silos di acetilene nell’ex inceneritore Iren dove stava eseguendo una saldatura. Nel paese di origine dell’operaio le azioni quotidiane non sembrano più le stesse, ci si guarda negli occhi e si piange, ci si interroga sul senso di una vita fatta di sacrifici, di rinunce – seppure addolcita dalle tante occasioni in cui, o in Emilia o in Sardegna, Silvio mostrava tutta la sua socialità e il suo affetto per le persone che lo circondavano – che poi finisce così, nel modo più inaccettabile.. Perché non si può uscire la mattina, a 42 anni, fieri del proprio lavoro e della propria professionalità, e poi non far ritorno a casa, la vita stroncata da quella che nessuno e per nessun motivo potrà chiamare “una tragica fatalità”. Silvio Sotgiu lavorava per la “Vopertec srl”, un’azienda con sede a Genova che a Reggio Emilia sta eseguendo lavori in subappalto dalla ditta “Pellicciari srl”. Intorno al dolore dei familiari si è stretta l’intera comunità di Cossoine. A iniziare dalla sindaca, Sabrina Sassu, che appena appresa la notizia ha portato ai familiari l’angoscia e il cordoglio di tutto il paese. E che intende proclamare il lutto cittadino in occasione dei funerali di Silvio. «Perché tutte le morti sono dolorose – dice – ma quella di un figlio del nostro paese che emigra alla ricerca del lavoro e che poi non torna più perché scomparso in circostanze tanto drammatiche, è una tragedia». (m.b.)

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