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Una serata di grandi emozioni per ricordare Paolo Pillonca

Una serata di grandi emozioni per ricordare Paolo Pillonca

OSILO. I più commossi erano i familiari di Paolo Pillonca, la moglie Maria Grazia, i figli Piersandro e Fabio, il fratello Gianni, che hanno voluto essere presenti a Osilo nella serata dedicata al...

14 ottobre 2018
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OSILO. I più commossi erano i familiari di Paolo Pillonca, la moglie Maria Grazia, i figli Piersandro e Fabio, il fratello Gianni, che hanno voluto essere presenti a Osilo nella serata dedicata al loro congiunto. Ma tutta la sala del Montegranatico ha vissuto momenti di emozioni forti, di profonda empatia, nella serata organizzata dal Comune e dall’associazione “A manu tenta” in ricordo di quell’osilese grande, «uno dei più grandi intellettuali della Sardegna» – come ha detto Tonino Oppes. Quell’osilese, hanno detto altri, “che aveva coniato la definizione di “Osile Mannu”, e che invece era lui “s’osilesu mannu”, ambasciatore del suo paese natale in tutta la Sardegna”. Lo ha sottolineato il sindaco Giovanni Ligios nel suo saluto, affermando che con quell’iniziativa si aggiungeva una pagina virtuale a quelle pubblicate sull’ultimo numero della rivista “Lacanas”, interamente dedicato agli scritti in ricordo di Paolo Pillonca. E Piero Marras, che ne ha ricordato il sodalizio e di cui ha scritto in Lacanas: “Caro Paolo, tu sei fra quelli che non se ne vanno. Tu resti. … Te lo dico chiaramente, la tua dipartita terrena, a me sembra più una finta, un magistrale dribbling, alla Sivori o se preferisci alla Dybala”. Parole in cui – ha chiosato Mario Bonu, che conduceva la serata – “c’è tutto Paolo, sornione, ironico, pronto allo scherzo bonario, e irrimediabilmente umano”. Fabio Pillonca, con accenti fortemente commossi, ha ricordato il babbo: “Cun su coro in manu, prenu de/lambrigas ti pensu,/chi sa terra, sa terra nostra, ti/possat stringiri e caglientai”. Piero Marras ha toccato le corde più profonde di tutti presenti, con alcune delle canzoni scritte da Paolo Pillonca: fra tutte “Domos de pedra”, “Frores de mendula”, “Mortos de Osposidda”.

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