La Nuova Sardegna

Sassari

Furto d’acqua a Valledoria: multe da 15mila euro

Furto d’acqua a Valledoria: multe da 15mila euro

Tre utenti avevano manomesso contatori e creato allacci abusivi per le case e per irrigare un campo

16 ottobre 2018
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SASSARI. Avrebbero succhiato acqua a sbafo, con allacci abusivi, alimentando i propri appartamenti o addirittura i propri campi coltivati. Ma ora, a tre utenti fantasma di Valledoria, è arrivato il conto salato direttamente dal Tribunale. Infatti il giudice ha inflitto a ciascuno la condanna di 15mila euro di multa.

Le tre pesanti condanne riguardano il reato di furto d’acqua aggravato per manomissione fraudolenta della rete idrica pubblica, con l’obiettivo di avere acqua in maniera gratuita sulle spalle della collettività. Due casi riguardano degli appartamenti nel centro abitato. I proprietari avevano installato da una parte un tubo di rame e dall’altra un tubo flessibile per alimentare le abitazioni senza un contatore che potesse misurare i consumi da fatturate.

Il terzo caso, invece, riguarda addirittura l’irrigazione di campo coltivato: il proprietario aveva collegato alla rete idrica più di tre metri di tubature in pvc per innaffiare le colture con acqua potabile a costo zero. Escamotage che potevano forse passare inosservati in passato, ma ora i tecnici di Abbanoa sono dotati di palmari elettronici con i quali possono controllare in tempo reale, la regolarità degli allacci e i dati dei contatori: spesso si tenta di nascondere l’allaccio abusivo installando misuratori falsi.

Il Servizio ispettivo di Abbanoa aveva individuato le manomissioni all’interno delle nicchie di allaccio e ha inoltrato immediatamente la segnalazione alle forze dell’ordine: successivamente è stato eseguito un sopralluogo insieme ai carabinieri che avevano potuto constatare il reato in flagranza.

Da ulteriori controlli svolti dagli uffici di Abbanoa è risultato che il proprietario del terreno aveva subito uno slaccio nella sua abitazione, da parte del gestore, a causa di morosità: il debito era infatti di 2600 euro di bollette non pagate.

Questa volta, invece, il reato contestato dalla Procura è il furto “con le seguenti aggravanti: essersi avvalsi di mezzo fraudolento, aver usato violenza sulle cose, aver commesso il fatto su materiale sottratto ad infrastrutture destinare all’erogazione di servizi pubblici”.

Tutti gli utenti sono stati condannati alla sanzione pecunaria di 15.100 euro di multa.



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