La Nuova Sardegna

Sassari

«Cantiere bonifiche, perché tanti ritardi?»

«Cantiere bonifiche, perché tanti ritardi?»

La Uil si rivolge all’assessore Spano: «L’inizio dei lavori nella Marinella era previsto a ottobre»

17 ottobre 2018
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PORTO TORRES. «Chiediamo l’intervento immediato dell’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano e del presidente Francesco Pigliaru perché si faccia chiarezza sul blocco dei lavori delle bonifiche e ci si adoperi per la rapida apertura del cantiere». Così il segretario regionale della Feneal Uil, Marco Foddai, che lamenta il ritardo sugli interventi previsti nell’area industriale della Marinella dopo le dichiarazioni ottimistiche di fine luglio da parte dell’assessora regionale. Il quale affermava di avere rispettato gli impegni presi e l’iter della fase 1 del Progetto Nuraghe nell’ex area Syndial - concluso con la firma da parte del ministero dell’Ambiente del decreto definitivo - dopo che il percorso in capo alla Regione era stato chiuso lo scorso febbraio. «Dopo la conferenza dei servizi e a seguito delle dichiarazioni dell’assessora Donatella Spano avevamo salutato positivamente la conclusione dell’iter burocratico – aggiunge Foddai - e auspicato nella peggiore delle ipotesi l’inizio dei lavori per i primi di ottobre: ci eravamo sbagliati, siamo arrivati a metà mese con i lavori ancora bloccati e con la brutta notizia di un ulteriore ritardo per nuove e intervenute richieste da parte degli Enti autorizzativi». A questo punto il segretario regionale si pone una domanda: «Ma se tutti nelle varie fasi autorizzative avevano già dato parere favorevole - sfociato nelle Via regionale, Aia provinciale e in ultimo con l’emissione del decreto definitivo del ministero dell’Ambiente - perché adesso servono ulteriori autorizzazioni?».

Per la Feneal Uil Il Progetto Nuraghe non solo è una grande opportunità di lavoro per centinaia di disoccupati, ma soprattutto è una priorità per i cittadini di Porto Torres che aspettano da troppi anni il risanamento ambientale dell’area industriale.

«Se nei prossimi giorni non avremo garanzie che il Progetto Nuraghe vada avanti – conclude Foddai -, chiameremo i lavoratori e i disoccupati alla mobilitazione». (g.m.)

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