La Nuova Sardegna

Sassari

I liquami fognari del campo rom invadono la strada per il cimitero

di Gavino Masia
I liquami fognari del campo rom invadono la strada per il cimitero

Situazione sempre più precaria sotto il profilo igienico-sanitario. Nuovo rapporto della polizia locale Disagi per i residenti nella zona e per chi ogni giorno si reca al nuovo camposanto per visitare i defunti

18 ottobre 2018
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PORTO TORRES. Da diversi giorni fuoriescono scorrono liquami fognari dal campo Rom e si riversano sulla strada di Ponte Pizzinnu dove i cittadini passano per recarsi quotidianamente a visitare i propri cari nel nuovo cimitero comunale. A segnalare la criticità ambientale sono stati i volontari della compagnia barracellare durante un controllo nell’agro. Poi sono intervenuti gli agenti di polizia locale per verificare tutta la situazione e fare rapporto al Comune. Nella zona risiedono tra l’altro numerose famiglie portotorresi che lamentano da tempo come quell’area sia diventata «una vera e propria bomba ecologica a cielo aperto».

E la conferma è arrivata anche dai sopralluoghi delle forze dell’ordine e dell’ufficio Igiene di Sassari, dello scorso aprile, il cui riscontro finale è stato poi trasmesso all’attenzione dell’amministrazione comunale. Una relazione ben dettagliata dei rifiuti presenti nel campo e della situazione igienico-sanitaria al limite della vivibilità. Il mese scorso il sindaco Sean Wheeler, dati alla mano, aveva quindi firmato l’ordinanza per la rimozione, l’avvio al recupero o allo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi rinvenuti in stato di abbandono all’interno del campo nomadi. Rifiuti che erano stati accatastati in una baracca, sequestrati e messi a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Nel dossier consegnato al primo cittadino si chiedeva di intervenire urgentemente alla rimozione dei rifiuti o in alternativa alla chiusura e allo sgombero della stessa area dove vivono alcune famiglie e figli minori. L’assessora alle Politiche sociali Rosella Nuvoli aveva anche presentato alcune richieste alla Regione, previste dalla legge, per utilizzare i bonus abitativi per il reinserimento dei Rom in modo da “chiudere definitivamente una struttura in cui sono stati riscontrati gravi problemi ambientali e che non è adatta ad ospitare adulti e minori”. Da allora ad oggi, però, la situazione all’interno del campo è diventata ancora più critica con la fuoriuscita dei liquami fognari che lasciano una puzza nauseabonda per chiunque cammini a piedi per andare verso il camposanto. I servizi igienici sono quasi inesistenti, la presenza dei ratti è una costante e le catapecchie sono piene di buchi. Di positivo c’è che il Comune di Porto Torres è tra i destinatari dei fondi per i progetti di inclusione abitativa della popolazione di etnia rom, attraverso una delibera regionale approvata l’8 agosto, che destina la somma di 200mila euro da ripartire tra le amministrazioni che attualmente ospitano famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi e per le quali si rende necessario e urgente avviare un programma di interventi mirati alla loro inclusione sociale e abitativa. La priorità era e rimane, però, la bonifica del campo dai rifiuti: l’intervento non è mai avvenuto, nonostante siano trascorsi più dei 30 giorni previsti dall’ordinanza sindacale, e fa il paio con lo sversamento dei liquami fognari.

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