La Nuova Sardegna

Sassari

L’arcivescovo Saba riceve il pallio

L’arcivescovo Saba riceve il pallio

Domani al Duomo il nunzio apostolico Tscherrig per la cerimonia d’imposizione

20 ottobre 2018
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SASSARI. Sarà una giornata speciale per l’arcivescovo Gian Franco Saba, quella di domenica: con una solenne cerimonia che si terrà al Duomo, festeggerà i 25 anni di sacerdozio e gli verrà imposto il pallio che il 29 giugno scorso ha ricevuto dalle mani di Papa Francesco nella basilica di San Pietro, insieme con altri 28 arcivescovi metropoliti. Una giornata speciale anche per la presenza, nell’occasione, del Nunzio Apostolico, lo svizzero monsignor Emil Paul Tscherrig, ambasciatore del Pontefice in Italia, per la prima volta in Sardegna: sarà infatti lui a imporre il paramento liturgico sulle spalle di Saba durante la messa che si terrà a partire dalle 17. L’arrivo del Nunzio apostolico, figura di primo piano dello Stato Vaticano, è un segno dell’importanza della cerimonia per la Chiesa sarda. È infatti la prima volta che questo rito avviene a Sassari e in Sardegna, perché fino al 2014 era il Santo Padre a mettere sopra la veste degli arcivescovi metropoliti il pallio in occasione della festa dei santi apostoli Pietro e Paolo.

Dal 2015, invece, la cerimonia di imposizione avviene nella sede arcivescovile metropolitana, il cui titolare guida la provincia ecclesiastica. Gian Franco Saba presiede quella turritana, formata dalle diocesi di Alghero-Bosa, Ozieri e Tempio Pausania. Il Pontefice ha voluto modificare il rituale per favorire la partecipazione alla cerimonia liturgica dei vescovi suffraganei, cioè i titolari delle diocesi e dei fedeli.

Il pallio è una sottile striscia di lana che il capo della Chiesa indossa durante l’eucarestia e ha una forte simbologia. Realizzato in lana bianca, è un chiaro riferimento al Cristo Buon Pastore che porta sulle spalle le pecore del suo gregge. È adornato da sei croci che rappresentano le piaghe di Gesù ed è completato da tre spilloni che rimandano ai tre chiodi della croce mentre i due terminali in seta nera simboleggiano gli zoccoli della pecora. La confezione dell’insegna, poi, è affidata alle monache claustrali di Santa Cecilia in Trastevere che filano e tessono la lana di due agnelli benedetti ogni anno dal Papa il 21 gennaio, nel giorno di sant’Agnese. Ad allevare gli agnelli sono i monaci trappisti dell’Abbazia romana delle Tre Fontane.

La giornata di domenica sarà preceduta questa sera dalle ore 20.30 da una veglia di preghiera proposta dal Centro missionario diocesano nel Monastero delle Monache Cappuccine, veglia che è anche in preparazione della 92esima Giornata Missionaria Mondiale.



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