La Nuova Sardegna

Sassari

Delitto del lago, Christian Fodde non ricorda i momenti dell’omicidio

di Enrico Carta
Delitto del lago, Christian Fodde non ricorda i momenti dell’omicidio

L’indagato ha manifestano amnesie. L’autopsia sul corpo di Manuel al perito di Cogne e Garlasco

21 ottobre 2018
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GHILARZA. Da Cogne a Garlasco al giallo di via Poma. È con un nome che la procura si blinda ulteriormente. Come se non bastassero gli elementi sin qui raccolti dai carabinieri sotto la guida del procuratore Ezio Domenico Basso e del sostituto procuratore Andrea Chelo, anche sull’autopsia si vuole evitare ogni tipo di inciampo che possa compromettere un esito processuale che appare peraltro già scontato. Così è stato scelto per svolgere l’esame sui resti di Manuel Careddu il dottor Roberto Testi, medico legale di fama nazionale.

Per lui parla il curriculum visto che si è già occupato del delitto del piccolo Samuele a Cogne, dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco e del giallo di via Poma in cui fu uccisa Simonetta Cesaroni. Alle 11 di questa mattina, a tre giorni dal ritrovamento del cadavere di Manuel Careddu inizierà la propria perizia che dovrà offrire altre certezze che renderanno ancora più chiara la scena del delitto. Che sia stato commesso usando una piccozza e una pala è stato confessato praticamente da tutti e cinque i ragazzi finiti in carcere: i maggiorenni Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta e i minorenni C.N e G.C. L’autopsia però può chiarire anche che ruolo ciascuno dei ragazzi abbia avuto nel momento in cui veniva eseguita la condanna a morte di Manuel Careddu.

Il numero dei colpi sferrati contro la vittima può escludere la partecipazione di qualcuno alla fase più brutale di tutta la vicenda o può invece confermarne la partecipazione nella maniera più compromettente possibile. L’autopsia dirà anche in quanto tempo Manuel Careddu sia morto e quanto possa aver sofferto visto il modo scelto per ucciderlo sulle sponde del lago Omodeo, trasformato da luogo di pace in una succursale dell’inferno.

Non si tratta quindi solo di un tecnicismo pro forma, di un atto da compiere perché lo richiede la burocrazia: è invece qualcosa di molto importante per il giorno, non lontano, in cui il processo ai cinque si aprirà. Il procuratore ha infatti chiarito che le indagini non hanno molto da aggiungere e che la strada per la richiesta di un processo tramite il rito immediato sembra essere tutta in discesa. C’è poi un altro aspetto legato all’autopsia: c’è una madre che aspetta, ci sono i familiari, ci sono gli amici, ci sono anche coloro che il caso l’hanno solamente letto che attendono che il corpo di Manuel trovi una sepoltura. Stavolta umana, diversa da quella impietosa del campo in cui era stato ricoperto di terra il corpo senza vita fatto ritrovare infine grazie alla collaborazione di almeno due degli indagati.

Mentre al San Martino sarà in corso l’autopsia, Christian Fodde, uno dei cinque, passerà il giorno del suo compleanno dietro le sbarre. Avrà tempo e modo per pensare anche se ultimamente ha difficoltà nel ripescare dalla memoria i fotogrammi di quanto accaduto. L’indagato ha infatti manifestato delle amnesie. (e.carta)

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