La Nuova Sardegna

Sassari

Ricariche sulle Postepay: così pagavano la cocaina

di Luca Fiori
L'illustrazione dell'operazione fatta al Comando provinciale dei carabinieri
L'illustrazione dell'operazione fatta al Comando provinciale dei carabinieri

I componenti della gang sgominata dai carabinieri evitavano i contatti telefonici. Ora gli interrogatori di garanzia in carcere per le sei persone finite in manette

21 ottobre 2018
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SASSARI. Nessun contatto telefonico tra i componenti della banda, pochissimi passi falsi, nessuna ostentazione o “bella vita” – nonostante il grosso giro di denaro – e un sistema apparentemente infallibile per pagare la cocaina.

Avevano adottato tutta una serie di precauzioni per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine gli esponenti della gang sgominata dopo una lunga indagine dai carabinieri del comando provinciale di Sassari, compreso un singolare metodo di pagamento della droga che non doveva lasciare tracce del denaro sporco.

I pagamenti della polvere bianca – hanno scoperto gli uomini del nucleo investigativo dell’Arma – avvenivano con frequenti bonifici su carte Postepay prepagate. Il flusso di denaro era costante quasi quanto l’invio di libroni scavati all’intero tra le pagine per ospitare la cocaina.

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Un chilo di sostanza stupefacente, grazie ai rapporti di parentela tra Luigi Ronghi, noto Gino, e il boss Giuseppe Vatiero detto “Peppe ’a basetta” veniva acquistato dai grossisti con base a Porto Torres a 48mila euro. Un prezzo di favore che consentiva, dato il livello di purezza della cocaina, altissimi guadagni dopo i vari tagli e l’immissione nel mercato cittadino e dell’hinterland.

La droga veniva spedita da Napoli sempre dallo stesso ufficio postale da Michele Assante Di Cupillo, nipote di Ronghi. A riceverla, all’interno di libroni accuratamente scavati, era Vincenza Filippa Deligios, l’insospettabile casalinga la cui abitazione si trova a due passi dalla caserma dei carabinieri.

In carcere due giorni fa sono finiti anche Stefano Dell’Orfano, 38 anni, commerciante di origini napoletane ma residente a Porto Torres e Maria Grazia Giordo, casalinga sassarese di 52 anni, considerata la “cassiera2 della banda. Ronghi, Dell’Orfano, Deligios e Giordo, difesi dagli avvocati Paolo Spano e Marco Palmieri, compariranno  in carcere davanti al gip per gli interrogatori di garanzia.
 

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