La Nuova Sardegna

Sassari

Il simbolo del buon pastore in quel Pallio di lana bianca

di Antonio Meloni
Il simbolo del buon pastore in quel Pallio di lana bianca

Commozione fra i fedeli che ieri hanno affollato la cattedrale di San Nicola La cerimonia è stata presieduta dal nunzio apostolico in Italia Emil Paul Tscherrig

22 ottobre 2018
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SASSARI. L’attimo in cui il nunzio apostolico ha adagiato il Pallio sulle spalle dell’arcivescovo Gian Franco Saba ha segnato un momento di rara suggestione. In una cattedrale davvero gremita i fedeli hanno trattenuto il fiato prima di sciogliere la commozione in applauso. È la prima volta che il duomo di San Nicola fa da cornice alla celebrazione per l’imposizione del sacro simbolo del metropolita. Un evento storico anche per la Sardegna dato che in passato il Pallio veniva imposto direttamente in Vaticano. Quando ieri pomeriggio, il nunzio apostolico per l’Italia, Emil Paul Tscherrig, secondo il rito, ha imposto la fascia di lana bianca a monsignor Saba, l’emozione dell’assemblea era palpabile. «In quel simbolo – ha detto il vicario generale monsignor Mario Simula, all’inizio della funzione – c’è tutto il peso dei dolori e delle gioie quotidiani del popolo di Dio». La celebrazione, presieduta dal rappresentante di papa Francesco in Italia, ospite da qualche giorno in Sardegna, ha richiamato in duomo una moltitudine di fedeli, ulteriore dimostrazione del fatto che il momento era molto atteso da tutta la diocesi. Oltre al capitolo turritano, riunito al completo, in Cattedrale c’erano i vescovi delle diocesi suffraganee che compongono la Provincia ecclesiastica: Sebastiano Sanguinetti (Tempio-Ampurias), Mauro Maria Morfino (Alghero-Bosa) e Corrado Melis (Ozieri). Numerosi anche i rappresentanti delle istituzioni: il sindaco Nicola Sanna, il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau, il prefetto Giuseppe Marani, i rappresentanti delle forze dell’ordine, il generale, comandante della Brigata Sassari, Andrea Di Stasio. Non mancavano i gremi al gran completo.

Il nunzio apostolico ha dedicato buona parte dell’omelia per spiegare ai fedeli il senso e l’origine del Pallio, antico simbolo del metropolita. La stretta fascia in lana bianca, decorata con sei croci di seta nera e impreziosita con spille e monili, rappresenta l’agnello portato sulle spalle, simbolo del buon pastore. Da tre anni il Pallio viene consegnato dal papa, a ogni metropolita di nuova nomina, il 29 giugno, ricorrenza dei santi Pietro e Paolo, sul sagrato della basilica di San Pietro. Viene poi imposto nelle rispettive diocesi, dal nunzio apostolico, al singolo vescovo, per favorire la comprensione di questo potente simbolo di unità della Chiesa.

Tra i temi toccati nell’omelia, Emil Paul Tscherrig si è complimentato con l’arcivescovo Gian Franco Saba per la creazione «non senza fatica» dell’Accademia casa di popoli culture e religioni, l’istituzione che farà da fulcro al ministero episcopale cominciato un anno fa.

La funzione solenne è stata seguita anche all’esterno su uno schermo gigante e in diretta televisiva su Canale 12 e i canali web della diocesi con il commento di don Pierangelo Muroni e Adriano Porqueddu. In chiusura, tra gli applausi, monsignor Saba ha voluto ringraziare i fedeli, le autorità, i vescovi delle diocesi suffraganee, tra loro anche Giovanni Dettori, vescovo emerito di Ales Terralba e tutti coloro che hanno partecipato alla funzione. Infine, ha ricordato i temi che hanno fatto da leit motiv alla Lettera pastorale. Partendo dall’immagine dell’antico crocifisso ligneo, custodito nella chiesa di Sant’Apollinare, l’arcivescovo ha parlato di chiesa accogliente e inclusiva, di comunità plurale aperta al dialogo, di Chiesa «ospedale da campo» che cura e assiste nel rispetto della diversità.

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