La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, in pensione a 16 anni il vecchio Boris re della pet therapy

di Daniela Deriu
Sassari, in pensione a 16 anni il vecchio Boris re della pet therapy

Il vecchio pitbull è la mascotte di “Parla col cane”. Teneri inganni per non fargli capire che non va più a lavorare

22 ottobre 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Forse non se ne renderà mai conto, perché il suo amico umano lo inganna con tenerezza portandolo a passeggio per facrgli credere che sta lavorando. A 16 anni, età da vegliardi per un cane, Boris va in pensione. È arrivato il tempo del meritato riposo per il pitbull mascotte dell’associazione “Parla col cane”. Campione a quattro zampe, beniamino di adulti e bambini, Boris fa parte della grande famiglia di campioni come Birba, il pastore fonnese che ha debuttato nel film “Figlia Mia”, e ricercatori molecolari allevati e addestrati da veterinario Gabriele Tosciri che accolse Boris a casa nel 2002.

Da quel giorno, il curriculum del pitbull è stato scandito da tante esperienze al servizio dell’uomo con la “pet therapy”. Boris non lo sa, ma il temine “pet therapy” è stato coniato quasi cinquant’anni fa da un suo omonimo: lo psichiatra americano Boris Levinson ideatore della “terapia dell’animale da adozione”. Attualmente, questa pratica è tra le più efficaci nel supporto ad altre forme di terapia tradizionale che sfrutta gli effetti positivi dell’animale con la persona. E sono davvero tanti i pazienti, che in tutti questi anni, il vecchio fuoriclasse ha aiutato, dando anche a loro una ragione di vita. Il carattere caparbio lo spinge ancora oggi a voler lavorare, nonostante le forze e la vista non siano più le stesse. Così il suo amico e compagno di vita lo porta con sé anche a fare un semplice giro in macchina per non interrompere quella routine e quell’impegno che Boris ha preso con il mondo e con la vita.

Boris si adira e piange quando nelle prove in acqua viene superato dai cani più giovani. Non è semplice per un campione, neppure quelli a quattro zampe, appendere la pettorina da lavoro al chiodo. È una volontà ferrea la sua. «Evito di farlo lavorare in competizione con gli altri cani – spiega Tosciri – lui ha un anima da campione e soffrirebbe troppo». Tosciri ricorda con dolcezza quello scricciolo strappato ad una brutta storia di maltrattamenti. «Quando lo portai a casa – racconta – era stato ferito alla scapola, per cui fu necessario un intervento chirurgico». Subito dopo il recupero fisico non è stato difficile per Boris ricambiare le cure ricevute con tutta la dedizione che un cane può nutrire nei confronti del genere umano. «Boris ha mostrato sin da subito attitudini speciali- prosegue Tosciri –: accendeva e spegneva gli interruttori, faceva i conti con la cassa al supermercato, stupiva i suoi piccoli amici con simpatiche smorfie. Si è creata con lui quell’empatia che spesso necessita di più tempo». Significativo che a compiere le dolci prodezze sia stato proprio un pitbull, proprio uno di quei cani che spesso viene tacciato di aggressività. Boris, con la sua vita, smentisce questa cattiva fama. D’ora in poi potrà godersi il suo meritato riposo tra le cure del suo padrone e dei soci di “Parla col cane”.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative