La Nuova Sardegna

Sassari

Esercizio abusivo, medico in aula

Esercizio abusivo, medico in aula

Via al processo nato dall’inchiesta dei Nas che nel 2014 portò anche a due arresti

29 ottobre 2018
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SASSARI. Si è di fatto aperto con l’audizione dei primi testimoni citati dal pubblico ministero il processo per concorso in esercizio abusivo della professione e favoreggiamento che vede imputati alcuni medici e funzionari pubblici. Si tratta del processo nato dall’inchiesta che a ottobre del 2014 mandò agli arresti domiciliari Gianni Marras (medico di base convenzionato con la Asl e titolare di uno studio associato di Medicina del lavoro) e la segretaria Jenny Piana. Nel fascicolo della Procura erano finite altre dodici persone tra cui colleghi di Marras che lavoravano con lui nello studio associato di via Ruggiu. Tra questi Antonello Serra, Piergiorgio Pintore, Paolo Pinna Parpaglia e Salvatore Denti, tutti erano stati rinviati a giudizio dal gup per il concorso in esercizio abusivo della professione. L’attività era stata condotta dai carabinieri del Nas al comando del luogotenente Gavino Soggia. La contestazione principale riguardava il fatto che la segretaria – secondo l’accusa – sostituisse il medico effettuando visite oculistiche, spirometriche e in alcuni casi anche cardiologiche. E, sempre secondo la Procura, rilasciasse i certificati sanitari senza averne titolo. L’indagine era cominciata nel 2010, un’attività investigativa complessa che è andata avanti per circa quattro anni e che era partita da alcune presunte anomalie che riguardavano proprio le visite eseguite nello studio associato. In pratica, i dipendenti che si erano recati nell’ambulatorio per sottoporsi agli accertamenti necessari all’ottenimento dell’idoneità al lavoro, avevano raccontato di esser stati visitati da una dottoressa (che nel corso delle indagini sarebbe stata individuata nella segretaria del medico).

Un sistema collaudato – secondo i carabinieri – con comportamenti che sarebbero andati avanti per parecchio tempo. In aula sono stati sentiti un maresciallo della polizia giudiziaria che svolse parte delle indagini e un dirigente Asl che si occupava delle verifiche sulla regolarità degli emolumenti in relazione alle convenzioni fatte dall’azienda.

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