La Nuova Sardegna

Sassari

la cultura per Re-inventare il futuro

di Giovanni Bua

SASSARI. C’è chi vuole aprire dei “temporary store” all’avanguardia nel cuore della città murata. Chi chiede di dare vita alle palestre e ai cortili delle scuole anche di sera. Chi, se gli dessero...

31 ottobre 2018
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SASSARI. C’è chi vuole aprire dei “temporary store” all’avanguardia nel cuore della città murata. Chi chiede di dare vita alle palestre e ai cortili delle scuole anche di sera. Chi, se gli dessero uno spazio, trasferirebbe la sua associazione nel centro storico anche domani. Chi offre aiuto e in cambio chiederà tempo, da usare per offrire formazione. Sono tutti piccoli passi, mattoni di un muro complicato da tirare su. Che non può reggere senza le fondamenta dei grandi progetti, della riqualificazione urbanistica, della sicurezza diffusa. Ma che si può iniziare a costruire, un pezzo dopo l’altro.

Rispondono tutti presente all’appello lanciato sulle pagine della Nuova nei giorni scorsi, che chiedeva a enti, associazioni, organizzazioni pubbliche o private di dare un segnale, un contributo, per donare quello che più di tutto manca al cuore stando di Sassari: la vita. Perché i residenti del centro sono passati in qualche decennio da 40mila a 7mila, e a creare quella sensazione di disagio che tiene lontani i sassaresi da dentro le mura è più di tutto il “vuoto” che, tra case diroccate e serrande abbassate, si respira.

«Noi apriremo al nostra sede al centro anche domani – sottolinea Luca Sanna di Currichisimagna –. Dal centro facciamo partire tutte le nostre iniziative, la Corsa in Rosa, la Corrincentro, la corsa dei Babbi Natale. Vorremmo un spazio, nella parte più brutta e disagiata. Perché non esiste un posto brutto nella città storica, solo posti dimenticati». «La Camera di Commercio – spiega il presidente Gavino Sini – è pronta, come sempre, a scommettere sul centro. Stiamo lavorando all’apertura di “temporary store”, negozi temporanei al top della tecnologia, da mettere a disposizione per un certo periodo a commercianti locali. In luoghi da riqualificare, magari sfitti da anni, che riprenderebbero a brillare. A Bologna ha funzionato benissimo, e siamo sicuri che anche qui avrebbe importanti ricadute per tutti. Certo è un’azione che va affiancata e sostenuta».

«Noi della Uisp – sottolinea il presidente Marco Perra – usiamo lo sport come mezzo di aggregazione e crescita, fisica e sociale. Porteremo i nostri “gruppi di cammino” in centro. E siamo pronti a occupare ogni spazio, nelle palestre, nei cortili delle scuole, con le nostre attività per i ragazzi con meno di 99 anni. E pensiamo che le piazze, gli slarghi, le strade, vadano puliti, illuminati, e aperti ai “giochi” dei ragazzi». «L’idea delle Acli – spiega Salvatore Sanna, vice commissario uscente e più che probabile futuro presidente provinciale – è quella di creare una sorta di banca del tempo nei nostri circoli. Stiamo iniziando da Latte Dolce e proseguiremo nel centro storico. Noi diamo aiuti a chi ha bisogno, in cambio chiediamo il loro tempo, che usiamo per “formarli”, di inserirli in percorsi educativi. Che è l’unica vera strada per combattere in profondità il disagio e le diseguaglianze. Per riattivare l’ascensore sociale che si è inceppato. Dove lo Stato arretra noi avanziamo».

«Si potrebbero – immagina il presidente cittadino di Confartigianato, Francesco Fiori realizzare delle vere e proprie vie dedicate: all’artigianato tipico e tradizionale, all’artigianato alimentare, al commercio, alla cultura. Ma prima di arrivare a questo, bisogna toccare il tasto della legalità: se al centro non c’è sicurezza ogni tipo di iniziativa risulterà vana».

«Chi ha in mano le leve reali – spiega Gian Luigi Tolu direttore di Confcommercio Nord Sardegna – deve sedersi attorno a un tavolo e pensare a un recupero funzionale oltre che infrastrutturale. Noi inaugureremo a breve un grande laboratorio di progettazione dedicato alla rigenerazione urbana, come abbiamo già fatto a Tempio. Le soluzioni sono complesse, come i problemi. Ma vanno messe in pratica a piccoli pezzi, a piccoli passi, giorno per giorno. Noi siamo pronti. Anche perché questa è una battaglia che Sassari non si può permettere di perdere».

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