La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, Lola e Symba salvati dall’inferno

di Luigi Soriga
Sassari, Lola e Symba salvati dall’inferno

I vigili urbani hanno trovato i meticci legati a catena corta a due alberi, senza cibo, riparo, tra topi, escrementi e parassiti. Presi in adozione dal canile sono finiti in un girone infernale

31 ottobre 2018
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SASSARI. Non erano più due cani, erano scheletri rivestiti di pelo, parassiti, vermi, sporcizia e rassegnazione. Quando i vigili urbani gli hanno sganciato il moschettone della catena, non hanno nemmeno avuto la forza di muovere un passo. Gli agenti si sono inginocchiati, hanno provato a incoraggiarli: «Dai su, andiamo, forza». Loro provavano ad alzarsi, ma le zampe tremanti cedevano di schianto. Erano troppo debilitati anche per andare incontro a una possibilità di vivere.

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Si chiamano Symba e Lola, pedegree molto variegato, due anni, e fino ad ora una vitaccia da cani. Il primo capitolo se lo sono passati dietro le sbarre del canile Qua la zampa. Seppur circondati dall’affetto delle volontarie, quei box di pochi metri quadrati non sono comunque il perimetro della felicità. Poi finalmente è arrivata l’adozione: ma dalla confortevole reclusione si è passati all’inferno della catena.

Il loro spazio esistenziale, in una casa nell’agro di Ottava, nella strada vicinale Spina Santa Pultigali, si è ridotto a un cerchio di un paio di metri che ruota attorno a due tronchi d’albero. Questo quando va bene. Le catene sono assicurate ai fusti, e quando le maglie si attorcigliano e si annodano la possibilità di movimento si riduce della metà. Tra il collo e l’albero c’è meno di un metro. La padrona, naturalmente, abitava altrove e i guaiti di Symba e Lola erano troppo lontani per sfiorare la sua coscienza. I cani rimanevano sdraiati, in mezzo agli escrementi, alla pipì, con addosso i bigattini che frugano nelle piaghe e poi le pulci che succhiano le ultime energie. Un barattolo di vernice come ciotola per l’acqua, quella per il cibo che si riempie quando la proprietaria se ne ricorda, o quando, qualche vicino, si avvicinava mosso da pietà.

Alla fine qualcuno si è mosso anche per l’indignazione e ha segnalato i maltrattamenti ai barracelli. I quali, a loro volta, hanno avvertito il comando della polizia locale. I vigili hanno dovuto prendere di peso gli animali, la femmina si è abbandonata come uno straccio umido. Quando è arrivata in Clinica Veteriaria, il referto dei medici è gravissimo: disidratata, iportemia a 32 gradi, deperita, con ipoglicemia, diarrea, con difficoltà a rimanere vigile, piena di parassiti. I veterinari non sono per nulla ottimisti sulla possibilità di salvarle la vita. Somministrano subito liquidi con flebo, cercano di reidratarla. Ma la prognosi è riservata.

Symba invece ha una tempra più forte: sebbene il calvario fosse identico, le sue condizioni, pur molto gravi, lasciano maggiori speranze di ripresa. Appena verrà stabilizzato, potrà essere trasferito nel canile della Lida ed eventualmente riadottato.

La polizia municipale intanto ha formalizzato una denuncia per maltrattamenti e abbandono di animale nei confronti della proprietaria dei cani. Se Lola non dovesse farcela, e la causa fosse addebitata agli stenti di un’esistenza a catena, senza riparo e senza cibo, allora la pena prevista può arrivare anche a diversi anni di reclusione.

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