La Nuova Sardegna

Sassari

Il Sassarese torna in trincea per la Città metropolitana

di Giovanni Bua
Una recente riunione dei sindaci della rete a Sennori
Una recente riunione dei sindaci della rete a Sennori

L’assemblea dei sindaci della “Rete” chiede ufficialmente di cambiare la legge «Dopo il via libera alla provincia del nord-est è arrivata l’ora di fare giustizia»

02 novembre 2018
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SASSARI. Il Sassarese torna alla carica per la città metropolitana nel nord-ovest. Sputando fuori tutta la rabbia mai digerita per la riforma degli enti locali targata Erriu, che aveva relegato il capo di sotto dell’Isola al ruolo di “rete” di Comuni nonostante una vera e propria sollevazione popolare di politici e imprenditori, professori ed enti, associazioni e tanti semplici cittadini.

Del complesso riordino delle autonomie messo in piedi con la legge 2 del 2016 non si poteva toccare nemmeno un mattone, era stata la risposta della Regione, altrimenti il muro sarebbe crollato. Il realtà il muro non è nemmeno stato mai tirato su. E nel clamoroso caos legato alle province “zombie”, complici le sempre più vicine elezioni regionali, le rivendicazioni dei territori hanno ripreso a bussare ai palazzi di via Roma. E qualcuna ha anche trovato la porta aperta.

Come quella olbiese, con la commissione Autonomia del consiglio regionale che ha dato nei giorni scorsi il via libera all’unanimità alla proposta di legge Meloni (Pd) Fasolino (Fi) Zanchetta (Upc) e Satta (Psd’Az) per l’istituzione della Provincia del nord-est Sardegna. O come la proposta di legge ultratrasversale che marcia in Regione per tornare alle 8 province abolite dal referendum. Tutte decisioni che rimetterebbero in discussione la geografia partorita dalla “legge 2”. Con il territorio Sassarese che non ci sta. E urla compatto: «Se si deve cambiare allora il nord-ovest deve avere il rango di città metropolitana come Cagliari».

A farsi portavoce della protesta un documento ufficiale, firmato dai sette sindaci che formano la rete metropolitana del nord: Nicola Sanna di Sassari, Mario Bruno di Alghero, Franco Cuccureddu di Castelsardo, Sean Wheeler di Porto Torres, Nicola Sassu di Sennori, Giuseppe Morghen di Sorso, Antonio Diana di Stintino e Paolo Spezziga di Valledoria. Che, riuniti in assemblea, hanno licenziato una delibera formale in cui si chiede alla Regione di: «Riconoscere la piena legittimità dell’area metropolitana del nord Sardegna ad assumere al rango di città metropolitana di Sassari alla stregua del territorio del sud dell’Isola, così da non ledere le possibilità di sviluppo del territorio e creare una simmetria finalmente perfetta tra Cagliari e Sassari».

«È il momento di affermare – sostiene l’assemblea dei sindaci - il principio di una reale uguaglianza tra nord e sud dell’Isola. L’architettura istituzionale della nostra Regione non è un optional ininfluente per le opportunità di sviluppo dei territori».

Il cavallo di troia sarebbe quello di presentare un emendamento alla legge 405 (quella che istituirebbe la Provincia del nord-est). Con i sindaci che fanno appello: «In particolare, ai consiglieri regionali dell’area sassarese, affinché intervengano nel dibattito a sostegno della delibera della Rete Metropolitana».

La prima risposta è arrivata, con il consigliere regionale algherese Raimondo Caciotto che spiega: «Sostengo pienamente questa decisione e in aula darò il mio contributo al fine di modificare la legge 2 e riconoscere la piena legittimità dell’Area Metropolitana del Nord Sardegna».

La battaglia non si annuncia facile. Anche perché, di fronte a una mobilitazione senza precedenti, e a una presenza mai così massiccia di consiglieri regionali sassaresi in aula (e non solo), nel 2016 la Regione rispose picche. Ma questo non vuol dire che non vada combattuta.

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