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Nomadi residenti, dalla Regione arrivano 288mila euro

PORTO TORRES. Il Comune di Porto Torres rientra tra le municipalità che riceveranno fondi dalla Regione perché nel suo territorio ospita famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi. All’amministrazi...

02 novembre 2018
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PORTO TORRES. Il Comune di Porto Torres rientra tra le municipalità che riceveranno fondi dalla Regione perché nel suo territorio ospita famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi. All’amministrazione comunale, che ospita 10 nuclei familiari per un totale di 72 persone, è stata destinata complessivamente una somma di 288mila euro: 200mila già programmati nella delibera del 31 luglio scorso e gli ulteriori 88mila saranno assegnati non appena saranno disponibili le risorse del Fondo nazionale per le Politiche sociali del 2018.

«L’obiettivo dell’amministrazione era quello di chiudere definitivamente il campo rom – ricorda l’assessora alle Politiche sociali Rosella Nuvoli – e finalmente ad oggi sussistono le condizioni per procedere grazie agli aiuti della Regione: la scorsa estate abbiamo presentato un progetto innovativo che ha ottenuto il plauso dell’assessore regionale e del suo staff, che prevede l’erogazione di voucher abitativi a fronte della sottoscrizione, per ogni nucleo, di un progetto sociale che si articola principalmente su tre direttive». La prima è il reperimento dell’alloggio: il Comune indica come priorità quella di aumentare l’accesso ad un ampio ventaglio di soluzioni abitative in un’ottica partecipativa di superamento definitivo di logiche emergenziali e di grandi insediamenti, attraverso un coinvolgimento diretto del nucleo familiare appartenente alla comunità nomade nella ricerca della abitazione. «In tal senso metteremo a disposizione del nucleo familiare un “voucher abitativo” per ogni singolo componente – aggiunge l’assessora –, finalizzato a reperire una idonea abitazione, e per le opportunità educative la frequenza scolastica: qualora il nucleo dovesse decidere di restare nel territorio di Porto Torres continueranno ad essere garantite. Particolare attenzione, sopratutto nella prima fase di reinserimento nel tessuto sociale, sarà rivolta all’accesso ai servizi sociali e sanitari sul territorio, all’implementazione della prevenzione medico-sanitaria con particolare attenzione a donne, bambini, anziani e disabili eventualmente presenti all’interno dei nuclei familiari». (g.m.)

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