La Nuova Sardegna

Sassari

Bando miniera deserto L’assessora: non è una sentenza di morte

di Luigi Soriga
Bando miniera deserto L’assessora: non è una sentenza di morte

Piras: «Stanzieremo altre risorse e faremo un’altra gara» Gli operai: «Ce l’aspettavamo, al momento non è appetibile»

06 novembre 2018
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SASSARI. Il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse è scaduto ieri a mezzogiorno. Ma sull’esito del bando di ufficiale ancora non c’è nulla. Nemmeno l’assessora all’Industria Maria Grazia Piras ha ricevuto comunicazioni da parte dei propri uffici e solo stamattina la Regione fornirà informazioni dettagliate.

Però le indiscrezioni lasciano ben pochi spiragli all’ottimismo: non si è affacciato alcun investitore e nelle scrivanie dell’assessorato non si è posata alcuna offerta per la ripartenza dell’attività estrattiva. Se queste voci dovessero essere confermate, non si tratterebbe in ogni modo di una sentenza di morte per la miniera di bauxite.

«Ci sarà una copertura finanziaria anche per il prossimo anno – spiega Maria Grazia Piras – per coprire i costi di manutenzione e di messa in sicurezza del giacimento. Abbiamo stanziato un milione di euro per renderlo appetibile sul mercato, e metteremo in campo ulteriori risorse. Nel frattempo predisporremo un altro bando, nella speranza che finalmente qualche investitore si faccia avanti».

Gli operai di Olmedo, non sono particolarmente stupiti sul fatto che la manifestazione di interesse sia andata deserta. «Ce lo aspettavamo», dicono. «Perché in questo momento il sito non è nelle condizioni strutturali e logistiche per poter essere appetibile sul mercato. Ci sono ancora molti interventi da fare, e difficilmente un investitore vorrà farsi carico di tutti questi costi. Noi in questi mesi abbiamo lavorato alla messa in sicurezza di alcuni tratti di gallerie e alla salvaguardia dei vecchi impianti. E abbiamo cercato di rendere più accoglienti anche gli spazi esterni, dopo anni di abbandono. Ma resta ancora tanto da fare. La nostra speranza è che, dopo questo buco nell’acqua del bando, la Regione non ci abbandoni».

I lavoratori hanno attraversato un lungo calvario, tra passaggi di proprietà, licenziamenti, sit-in di protesta, occupazioni della miniera e poi lo stillicidio degli ammortizzatori sociali. Finalmente l’aprile scorso uno spiraglio di luce: è stato definito l’accordo per il passaggio all’Igea (Interventi Geo ambientali, società in house della Regione che ha preso il posto dell’ex Ente minerario sardo) per gli operai che progressivamente stanno andando a perdere il beneficio della mobilità. Prima 12 dipendenti, poi altri 5. Ma per completare il percorso ne mancano ancora otto.

La mobilitazione tuttavia non è mai cessata e i minatori sono riusciti a tenere i fari sempre accesi sulla loro vertenza. Tutti sono convinti che il giacimento possa ancora essere competitivo sul mercato estrattivo, a patto che le gallerie vengano messe in sicurezza e gli impianti vengano messi in salvo dalla progressiva inondazione sotterranea. «Speriamo che la Regione rinnovi i contratti con Igea e mantenga l’impegno per gli 8 lavoratori in scadenza di ammortizzatori sociali. Noi da parte nostra metteremo ogni nostra energia per far continuare a vivere questa miniera».

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