La Nuova Sardegna

Sassari

«Metano, svolta irrinunciabile per la Sardegna»

«Metano, svolta irrinunciabile per la Sardegna»

Lo ha sottolineato Maria Grazia Piras nel corso di un convegno della Fondazione Segni

06 novembre 2018
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SASSARI. «Investire sul metano significa investire sul nostro futuro e quello dei nostri figli». Così l’assessora regionale all’Industria Maria Grazia Piras ha concluso il proprio intervento durante il convegno “Sardegna e Metano” che, promosso dalla Fondazione Segni, si è tenuto ieri pomeriggio nella Sala della Camera di Commercio. Un convegno aperto dai saluti del presidente della Fondazione, Mario Segni, che ha ricordato che uno dei compiti della Fondazione è proprio quello di innescare il dibattito sul futuro del territorio e della Sardegna, come spesso accaduto in passato. Un convegno che ha messo a confronto due tesi (favorevole e contraria) al passaggio al metano in attesa di entrare a pieno regime nell’era delle energie rinnovabili. Una posizione favorevole, almeno nel rapporto costi-benefici, è stata illustrata dal prorettore Luca Deidda (un economista) che ha spiegato le ragioni per le quali il passaggio al metano sarebbe conveniente per l’intera isola mentre il professor Antonio Saba - entrambi docenti universitari - ha illustrato le motivazioni soprattutto di carattere ambientale e tutela della salute che non lo convincono completamente dell’utilizzo del metano.

A favore di questa scelta si è invece pronunciata, e senza mezzi termini, Maria Grazia Piras, assessora regionale all’Industria. Che ha ricordato che le famiglie sarde spendono in consumi energetici fra i 180 e i 400 euro in più rispetto alle altre famiglie italiane. E che la mancanza di metano costa all’isola 480 milioni all’anno. Per quanto riguarda la realizzazione della “dorsale”, Maria Grazia Piras ha ricordato che i costi sono a carico dello stato e non della regione, e che gli utenti sardi pagano in bolletta i costi delle infrastrutture realizzate oltremare. E ha sottolineato che «per trent’anni il governo, lo stato ha penalizzato l’isola, unica regione priva del metano». Una volta abbandonato il progetto del Galsi («era stata l’Algeria e non volerlo realizzare, era più remunerativo per loro trasportarlo con le gasiere»), alla giunta regionale non restava che individuare un progetto in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’isola, e la scelta è caduta sui depositi costieri a Cagliari, Oristano, Olbia e Porto Torres. «Dal 2020 le navi, comprese quelle da crociera, dovranno marciare e gas e la Sardegna può diventare hub del trasporto marittimo per l’intero Mediterraneo. Un’occasione che non possiamo perdere».

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