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Sassari

Università di Sassari, tributo agli studenti caduti nella Grande Guerra

di Gianni Bazzoni
Università di Sassari, tributo agli studenti caduti nella Grande Guerra

Iniziativa insieme alla Brigata Sassari per celebrare le gesta di 17 ragazzi che lasciarono gli studi per andare in guerra

07 novembre 2018
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SASSARI. Ragazzi caduti in battaglia. Studenti partiti al fronte per difendere la Patria e dei quali quasi nessuno parla. Ora - nel centenario della Grande Guerra - l’Università e la Brigata Sassari con un atto di impegno unitario riavvolgono la pellicola dei ricordi e creano un momento di riflessione che coinvolge la città e tutta la Sardegna. L’obiettivo è quello di valorizzare le gesta dei 17 studenti universitari caduti in combattimento e ai quali sarà reso omaggio con l’inaugurazione di una lapide.

L’appuntamento è per lunedì 12 novembre, una giornata importante per la Brigata Sassari e l’Università. In realtà sarà una data da ricordare anche per la città di Sassari e la Sardegna. La lapide è collocata nel giardino interno dell’Ateneo sassarese e in questi giorni Brigata e Università stanno portando avanti una corsa contro il tempo per una “chiamata” che mira a coinvolgere i familiari di tutti i 17 studenti caduti in battaglia. Ne mancano ancora alcuni all’appello e per questo dagli ambienti universitari e militari è partita una richiesta a chiunque conosca o sia in grado di attivare i contatti a dare il proprio contributo.

La Brigata Sassari e l’Università - artefici dell’iniziativa - infatti vorrebbero che alla cerimonia (prevista a partire dalle 15,30 nell’aula magna di piazza Università) partecipassero i familiari di tutti i 17 studenti universitari caduti in combattimento, ai quali in questa occasione si vuole rendere omaggio.

E per questo sono stati anche resi noti i nominativi per i quali non si è ancora riusciti a rintracciare i parenti: Mario Allegretti (figlio di Angelo), nato il 30 aprile 1897 a Bono, iscritto in Farmacia; Pietro Delogu (figlio di Giovanni), nato il 6 marzo 1890, probabilmente a Banari; Ernesto Manca, figlio di Emanuele, nato il 31 ottobre 1893 a Sassari, studente di Giurisprudenza; Mario Satta, figlio di Pietro, nato a Sassari il 14 maggio 1896, iscritto in Medicina; Bartolomeo Secci, figlio di Giovanni, nato il 10 febbraio 1891 a Dorgali; Salvatore Solinas, figlio di Giuseppe, nato l’11 agosto 1891 a Sorso, studente di Giurisprudenza; Antonio Viale, figlio di Giacomo, nato il 14 gennaio 1893 a Sassari, e Nicolò Calamia di Ghibellina.

L’appello è rivolto a tutti coloro che avessero informazioni su questi caduti o sui loro familiari, affinché collaborino per fare diventare concreto l’impegno assunto dall’Università e dalla Brigata Sassari. É possibile contattare direttamente l’Ateneo di Sassari all’indirizzo e-mail cerimoniale@uniss.it (preferibilmente entro la giornata di domani 8 novembre).

Intanto è stato diffuso anche l’elenco degli altri studenti universitari che hanno perso la vita durante la prima Guerra mondiale e che saranno ricordati durante la cerimonia in programma lunedì 12 novembre. Si tratta di Giuseppe Anfossi, Domenico Angioj, Antonio Flumene, Girolamo Pes, Pietro Solinas, Carlo Temussi, Giovanni Vargiu, Francesco Vargiu e Fulvio Duce.

Con questa iniziativa assunta in collaborazione con la Brigata Sassari, l’Ateneo sassarese diventa protagonista di un momento che mette insieme storia, valori umani e ideali. E soprattutto fissa ricordi preziosi che sono cari alla comunità scientifica, ma soprattutto a quella “semplice” e popolare delle famiglie. In altre università italiane - è il caso di Bologna - proprio quest’anno sono stati individuati i discendenti degli studenti caduti in guerra e nei giorni scorsi l’Alma Mater ha voluto riconoscere il titolo di studio a chi, iscritto all’Ateneo bolognese, fu chiamato a combattere e perse la vita in battaglia. Laurea honoris causa attraverso i discendenti, a quei ragazzi arrivati da tutta Italia per studiare all’Università di Bologna, chi Giurisprudenza e chi Ingegneria, chi Medicina e chi Lettere. La guerra li condusse al fronte, dove il loro percorso universitario venne tragicamente interrotto. Proprio come quei ragazzi sardi che studiavano a Sassari.

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