La Nuova Sardegna

Sassari

Rissa al Pime, diciotto indagati

di Luca Fiori

La polizia ha identificato residenti e migranti che un anno fa si erano affrontati a colpi di bastone

09 novembre 2018
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SASSARI. A fine ottobre dello scorso anno una banale lite fra alcuni residenti del quartiere di Santa Maria di Pisa e un giovane migrante del Gambia, ospite della casa di accoglienza per richiedenti asilo del Pime, si era trasformata in una guerriglia urbana che alla fine aveva coinvolto una settantina di persone armate di pietre e bastoni e che solo per miracolo non aveva lasciato vittime per terra.

In quattro, due giovani sassaresi e due ospiti del centro di accoglienza, erano finiti al pronto soccorso con ferite alla testa e alle gambe.

A un anno di distanza gli agenti della squadra mobile di Sassari, coordinati dal dirigente Dario Mongiovì, hanno chiuso le indagini e ricostruito la vicenda, riuscendo a dare nomi, cognomi e volti a buona parte dei protagonisti della mattinata di follia.

Il provvedimento del sostituto procuratore Angelo Beccu è stato notificato ieri mattina dagli uomini della questura a 18 persone. Per la rissa sono finite nel registro degli indagati in 12, tra sassaresi e stranieri. A uno di loro è contestato anche di porto ingiustificato di una roncola. Altri sei, tutti sassaresi, sono accusati invece di violenza privata in concorso per aver aggredito il responsabile del centro di accoglienza del Pime, colpendo l’auto su cui viaggiava poco dopo la rissa.

Gli scontri erano scoppiati all’ora di pranzo del 27 ottobre dello scorso anno in piazza Dettori, dove si erano fronteggiati con bottiglie, catene e bastoni due gruppi di una trentina di persone: da una parte i residenti del quartiere, dall’altra i migranti del centro di via Solari. La notte seguente agli scontri l’edificio del Pime era stato bersagliato da bombe molotov, che per fortuna avevano solo annerito la facciata del palazzo senza provocare feriti. La lite era iniziata fra alcuni ragazzi del quartiere di Santa Maria di Pisa e un giovane del Gambia, secondo alcuni abitanti della zona per qualche apprezzamento di troppo su una ragazza del quartiere. Secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine il giovane era già stato aggredito qualche giorno prima e il 27 ottobre la fiammella si era riaccesa, quanto il migrante era ritornato nella zona nella tabaccheria del quartiere per comprare una ricarica telefonica insieme a due amici. Davanti al negozio sarebbe stato accerchiato e pestato nuovamente da un gruppo di rivali locali. Uno degli amici era corso al Pime e dal centro di accoglienza si erano mossi in massa una trentina di ragazzi, alcuni armati di bastoni. Nel mentre anche il gruppo dei locali si era ingrossato. Decine di ragazzi del quartiere avevano fronteggiato i migranti e per alcuni minuti era stata guerriglia. Poco dopo il suono delle sirene aveva riportato la calma.

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