La Nuova Sardegna

Sassari

il lutto 

Addio a Delia Chessa, donna minuta ma dal carattere d’acciaio

Addio a Delia Chessa, donna minuta ma dal carattere d’acciaio

Cavaliere della Repubblica, fondatrice della Cooperativa Femminile, avrebbe compiuto 100 anni a febbraio

10 novembre 2018
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PORTO TORRES. «Nonostante il tuo metro e mezzo di statura, per noi portotorresi sei stata una gigante». Migliori parole di quelle proferite per celebrarne la figura durante la cerimonia funebre da Lucia Manunta, presidente del Centro di solidarietà sociale e sua erede alla guida dell'istituzione da lei voluta e fondata, non ci potevano essere. Lei è signorina Delia Chessa, una delle donne più straordinarie partorite da Porto Torres. Una donna minuta ma dal carattere d’acciaio, nonostante i modi garbati e cortesi, una donna che sapeva chiedere, animata dalla ferrea volontà di creare qualcosa per elevare uomini e donne della sua cittadina in un momento difficilissimo come il secondo dopoguerra. “Signorina” Delia avrebbe compiuto cent’anni il prossimo febbraio e, come ricordato durante la messa officiata nella chiesa della Beata Vergine della Consolata da don Gavino Sini e da don Ferdinando Rum, animata dal Coro del Centro diretto da Giustina Serra che lei aveva espressamente voluto, si è distinta per un eccezionale impegno «sempre illuminato da una fede incrollabile nel Signore e nella Madonna, di cui era devotissima, oltre che nella Provvidenza, che considerava la principale ispiratrice e collaboratrice nella scelta e realizzazione delle iniziative». Pur giovane di estrazione cattolica, amava ricordare che si sentiva negata per le associazioni, ma un'amica che lavorava come assistente sociale le propose di entrare nell’Azione cattolica. Lei decise di aderirvi con un gruppo di ragazze. Con questo nucleo, subito dopo la guerra, per voltare pagina e costruire qualcosa di utile, il 16 aprile 1947 diede vita a una cooperativa. Erano i primordi della Coofem, per la cui nascita lottò ostinatamente superando anche qualche iniziale timore delle socie, pure giovanissime. Così, dopo avere avviato un laboratorio per la lavorazione della lana, nel 1953 il gruppo volle migliorarsi chiedendo e ottenendo il primo finanziamento per l’acquisto delle prime quattro macchine di maglieria. Dopo l’incremento della produzione, l’avventuroso acquisto del terreno in via Sacchi dove oggi sorge la sede della Coofem e del Centro di Solidarietà Sociale. La posa della prima pietra avvenne alla presenza del futuro Presidente della Repubblica Antonio Segni, di autorità politiche e dell’arcivescovo Mazzotti. La cooperativa arrivò ad avere 65 dipendenti e fu esempio di unione, lavoro e produzione. Non solo: era una vera scuola in cui s’insegnavano anche italiano e matematica. Così il gruppo fu premiato a Roma con una medaglia d’oro come prima cooperativa femminile d’Italia e subito dopo il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi la insignì del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. Era la prima volta che a Porto Torres una donna riceveva un simile riconoscimento e inizialmente “signorina” Delia non voleva che il sindaco tirasse fuori dal cassetto la pergamena. Quando nel 1990 una grave crisi colpì il settore della maglieria nazionale, l’altra geniale idea: la nascita dell’associazione di volontariato Centro di Solidarietà Sociale. Negli ultimi anni Delia Chessa si era parzialmente ritirata dalla vita pubblica, ma di tanto in tanto faceva capolino al Centro e non mancava mai di far sentire le sue parole.

Emanuele Fancellu

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