La Nuova Sardegna

Sassari

C'è anche chi torna in Sardegna: via dall’Inghilterra, dal posto fisso all’incertezza

C'è anche chi torna in Sardegna: via dall’Inghilterra, dal posto fisso all’incertezza

Elisabetta, docente 30enne di Cagliari, è tornata a casa: «Scelta di vita ma qui è molto più faticoso»

12 novembre 2018
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SASSARI. Elisabetta ha trent’anni. Laurea triennale a Cagliari, specialistica magistrale a Perugia, Erasmus in Spagna, insegnante prima a Dublino e poi in Inghilterra. Il suo è il classico identikit del giovane sardo costretto a emigrare per cercare lavoro. Lei lo ha trovato a Brighton ma a differenza di tanti suoi coetanei ha deciso di rifare quella valigia disfatta più di tre anni fa e tornare in Sardegna. Una scelta - dettata dall’attaccamento alla sua terra, ai suoi affetti, a uno stile di vita più mediterraneo - che lei spera di vedere ricompensata anche dal punto di vista professionale. Per ora, infatti, Elisabetta Lixi vive nell’incertezza. Più o meno quella che quasi quattro anni fa l’aveva spinta a preparare la valigia. «Avevo voglia di fare esperienza all’estero – racconta –, ma soprattutto la Sardegna mi stava un po’ stretta per quello che io avevo studiato. Io sono laureata in Lingue e sapevo che trovare occupazione nell’insegnamento sarebbe stata una missione quasi impossibile. Mi sarei potuta dedicare al settore turistico, ma non ho trovato granché. Ho lavorato da precaria in una azienda che si occupava di noleggio auto, ma non era quello per cui avevo studiato».

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Di qui la decisione di fare quella famosa valigia per provare a vedere realizzato il suo sogno in un altro Paese. Prima in Irlanda, poi in Inghilterra. «Quando sono partita sapevo che sarei andata a riempire un vuoto, i docenti di lingua sono molto ricercati e sono ben pagati. In Sardegna cercavo qualcuno che mi desse lavoro, qui ero io che potevo decidere dove andare. Avevo l’imbarazzo della scelta in termini di scuole». E così inizia a insegnare italiano, francese e spagnolo in una scuola di Brighton. Tre anni e mezzo di ottima posizione, stipendio più che buono e soddisfazioni. Ma lontananza della Sardegna si fa sentire e così tre mesi fa la decisione di ritirare fuori dall’armadio la valigia. «A Brighton mi trovavo molto bene dal punto di vista lavorativo, ho fatto un bagaglio di esperienza che fa la differenza, ma forse sono troppo italiana e troppo sarda per vivere all’estero. Il lavoro andava a gonfie vele, ma non avevo un contorno sociale, fare amicizie non è facile. E così ho lasciato il mio contratto a tempo indeterminato per l’incertezza». Elisabetta non nega che anche la Brexit abbia influito sulla sua scelta di lasciare il Regno Unito. «Io sono un’europeista convinta, è la Ue che mi ha permesso di formarmi all’estero. Negli ultimi due anni l’aria è cambiata». Al suo rientro nell’isola la 30enne cagliaritana ha inviato curriculum, ha iniziato a insegnare in scuole private e sta anche facendo il concorso pubblico per l’insegnamento. «Si è aperta una porticina ma senza alcun tipo di sicurezza – dice –. Da noi c’è un modo molto diverso di vedere la domanda e l’offerta. In Inghilterra sei tu a decidere se vuoi lavorare con quelle persone, in Italia è tutto capovolto. E c’è anche differenza sullo stipendio: qui la capacità di progressione non è così netta. Il mio stipendio cresceva di anno in anno. Ma soprattutto quello che ho percepito in questi mesi è il poco rispetto che si ha qui per la mia professionalità. In Inghilterra mi sentivo valorizzata, qui invece spesso faccio fatica ad avere rispetto dalle persone». (al.pi.)
 

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