La Nuova Sardegna

Sassari

Una stele per gli studenti morti in guerra

di Vincenzo Garofalo

Il rettore Carpinelli ha consegnato pergamene celebrative e sigilli ai familiari dei 18 caduti nel primo conflitto mondiale

13 novembre 2018
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SASSARI. La Grande guerra li aveva prima strappati agli studi, poi alla vita. Ora, a cento anni dalla fine delle ostilità, diciotto studenti dell’Università di Sassari caduti sul fronte austriaco della prima guerra mondiale rivivono nel ricordo dei famigliari e nella cerimonia celebrata ieri in loro onore dall’Ateneo sassarese e dalla Brigata Sassari. A ricordare il loro sacrificio è da ieri una lapide di marmo, posizionata nel cortile della sede centrale dell’Università e scoperta ieri con una cerimonia ufficiale, fra la commozione dei parenti, l’orgoglio dei militari della Brigata Sassari e il riconoscimento delle istituzioni. «Cercando le loro tracce nei nostri archivi, abbiamo scoperto documenti, oggetti, dettagli toccanti delle loro vite e qualcosa di forte mi ha scosso», ha detto il rettore, Massimo Carpinelli, prima di consegnare le onorificenze ai famigliari di caduti. «Ricordare è un dovere morale: adesso c'è la storia, ma prima c’è stata la guerra. Occorrono scelte politiche per scongiurare la guerra. Oggi non è solo il giorno del ricordo, è anche il giorno della riflessione». Parole toccanti che sono state riprese dal generale Andrea Di Stasio, comandante della Brigata Sassari, che a stento ha trattenuto le lacrime di commozione: «Voi studenti che siete l’élite culturale di questo Paese, avete la missione di portare la pace e la democrazia nel mondo. Noi lo facciamo in uniforme, altri in altra veste: speriamo di esserne degni. Grazie a questi ragazzi», ha detto davanti all’aula magna gremita, alla presenza, tra gli altri, del generale di Corpo d’Armata, Rosario Castellano, comandante delle Forze Operative Sud. Poi fra gli applausi commossi i parenti degli studenti-soldati hanno sfilato per raccogliere l’onorificenza rappresentata dal sigillo dell'Università di Sassari alla “Brigata Sassari”, per “il sacrificio dei nostri studenti a testimonianza della lotta per la libertà e la dignità dell'uomo. A loro che valorosamente hanno contribuito a determinare il corso della nostra vita democratica”. Quindi la cerimonia si è spostata nel cortile per scoprire la lapide realizzata in marmo dall’artista Francesco Farina, raffigurante in bassorilievo, nello spazio centinato, la testa di un fante della Brigata Sassari. Un fante come gli studenti dell’Università di Sassari caduti durante la Grande guerra, quegli studenti i cui nomi resteranno scolpiti nella storia d’Italia e dell’Ateneo: Mario Allegretti di Bono, iscritto in Farmacia; Giuseppe Anfossi di Cagliari; Domenico Angioj di Bono, studente di Medicina; Pietro Delogu di Banari; Antonio Flumene di Villanova Monteleone, studente di Medicina; Ernesto Manca di Sassari, studente di Giurisprudenza; Girolamo Pes di Calangianus, iscritto in Giurisprudenza; Mario Satta di Sassari, iscritto in Medicina; Bartolomeo Secci di Dorgali; Salvatore Solinas di Sorso, studente di Giurisprudenza; Pietro Solinas di Macomer, iscritto in Medicina; Francesco Spano noto Cecchino; Antonio Viale di Sassari; Nicolò Calamia di Ghibellina; Carlo Temussi di Macomer, studente di Giurisprudenza, Giovanni Vargiu di Pattada, iscritto in Farmacia; Francesco Vargiu di Pattada studente di Medicina, Fulvio Duce di Roma.

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